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Tutti i Mario del presidente

Berlusconi lancia la nomination di Draghi, tentando di accoglierlo tra i suoi e mettendolo nel suo “Pantheon” come candidato più autorevole alla presidenza della Repubblica. Il capo della BCE ringrazia e rifiuta, memore del trattamento riservato all’altro Mario.
A cura di Andrea Parrella
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La notizia è già bella che confezionata, parla da sola e non necessità di chissà quale ricamo: nei giorni stessi in cui Berlusconi rigetta un Mario, con le peggio insolenze, le più ingloriose e prevedibili spinte da campagna elettorale, ne accoglie un altro sotto la propria egida. Sarebbe meglio dire che prova a coprirgli la testa con quell'egida, indifferente all'ipotesi che il nominato Mario di turno quella benedizione non l'abbia chiesta e proprio non la voglia.

Da Monti a Draghi il passo è breve, vista la derivazione, il profilo istituzionale e internazionale dei due. Non ha funzionato col primo, o meglio lo si è spremuto quanto più si potesse, ora si può passare all'altro, che comunque ti fa fare una porca figura. Il passo è breve tanto quanto lo sia l'atto del salto della quaglia, magnifica immagine per esprimere il volta bandiera, improvviso cambio di parere. Allora ricapitolando, Mario Draghi sarebbe il candidato perfetto alla presidenza della Repubblica per Berlusconi.

Lui, Mario II, non ha fatto attendere una manciata di ore per fugare la veridicità dell'ipotesi e tenersi lontano da certe frequentazioni, o semplici accostamenti. "Resto alla Bce sino al 2018" come scadenza di mandato vuole, ha risposto negativamente Draghi. Magari pure ringraziando, ma conscio che a strofa non corrisponde per forza ritornello previsto. Il canto celebrativo del Pdl può cambiare di tonalità da un momento all'altro e quindi, chi può, lo evita punto. Specie dopo che il primo Mario di casata è passato per l'esperienza di essere inanalzato un giorno a federatore dei moderati e, il giorno dopo, ridimensionato a leaderino timoroso del calo di sondaggi.

La questione è la seguente: sì, è vero, ci stiamo ricascando tutti, attratti in una trappola dalla quale i nativi berlusconiali non possono esimersi, continuiamo a parlare tutti di lui senza sosta alcuna, a farlo elemento centrico di una corsa nella quale nemmeno quasi figura formalmente. Berlusconi ci tiene per i testicoli, ma solo perché dopo vent'anni fingiamo di non conoscerlo ancora e sorprenderci. Ma lui è consapevole che, chiunque lo conosca e possa evitarlo, in questo momento lo evita? Diciamoci il vero: al momento il solo Mario che può permettersi di corteggiare è Balotelli. Anzi, in questo caso è proprio Berlusconi in persona a dire di non poterselo permettere.

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