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Tutti i dubbi sull’inchiesta sull’arresto di Genny ‘a Carogna

Pochi indizi e tanti aggettivi: l’ordinanza sull’arresto dell’ultras Gennaro De Tommaso che sembra un trattato di sociologia dello sport.
A cura di Simone Di Meo
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È un trattato di sociologia dello sport più che un severo provvedimento giudiziario, l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di Gennaro De Tommaso, alias “Genny ‘a carogna”. Tutto il materiale investigativo è racchiuso in un dvd che il giudice dice di aver visto diverse volte, e nelle informative che dal 5 al 15 maggio 2014 le Digos di Napoli e Roma hanno inviato al pm di piazzale Clodio. Poca roba, a dire il vero. Tant'è che il gip non è nemmeno sicuro che quel gruppo in assetto di guerra ripreso dalle telecamere sia composto davvero dai napoletani. Lo certifica un funzionario di polizia perché avrebbe, a suo dire, ascoltato alcuni soggetti incappucciati parlare nel dialetto di Totò ed Eduardo. Un po' poco, o no?

Le 19 pagine abbondano di aggettivi e di descrizioni che seguono, è facile ipotizzare, la moviola di quella sera. C'è un passaggio in cui il giudice si sofferma sul valore probatorio di un dito medio alzato da un ultrà (presunto) napoletano all'indirizzo delle forze dell'ordine che fanno di tutto (per fortuna) per impedire scontri tra le tifoserie rivali. Se il principio di colpevolezza fosse questo, si svuoterebbero gli stadi.

Genny viene descritto come un leader «carismatico» dal comportamento primitivo, capace di comandare una truppa di picchiatori e facinorosi con pochi gesti della mano perché il gip ce lo restituisce quasi mentre grugnisce perché privo di parola. Ma quanto incide, nei ritratti psicologici del gip, il ritorno d'immagine devastante della tifoseria napoletana dopo i fatti della Coppa Italia?

Ci sono, per carità, i passaggi sulla violenza e sulla capacità militare delle frange estreme del tifo azzurro che, onestamente, preoccupano, soprattutto laddove intrecciano l'odio atavico che alcuni ultras nutrono per polizia e carabinieri (come dimostra la maglia “Speziale libero” esibita dalla Carogna con orgoglio durante la trattativa con Marek Hamsik). Ma il giudice indugia troppo sulle caratterizzazioni dei personaggi invece di scrivere ciò che questi hanno fatto e ciò che può essere provato per via giudiziaria. E, al netto dell'auspicio del giudice per una condanna esemplare, il passaggio dell'ordinanza in cui il gip stesso censura l'incontro «avvenuto tra De Tommaso e il calciatore (Hamsik, ndR) forzatamente consentito dall'Autorità» è la prova che l'inchiesta soffre di qualche carenza logica perché se il faccia a faccia è dimostrazione del potere ricattatorio del capobranco, allora l'Autorità ha sbagliato ad autorizzarlo. Tanto più se «forzatamente»: sarebbe stato meglio arrestarlo in diretta tv, Genny ‘a carogna, e non a sei mesi di distanza. Avrebbero fatto più bella figura tutti.

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