Tutte le prove che incastrano i Luppino per aver aiutato Matteo Messina Denaro
Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell'imprenditore di Campobello di Mazara Giovanni Luppino – l'uomo che faceva da autista a Matteo Messina Denaro e che con lui è finito in manette il 16 gennaio di un anno fa – sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri del Ros coadiuvati dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo. L'operazione, eseguita su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha inferto un nuovo colpo alla rete di fiancheggiatori che ha coperto la trentennale latitanza del boss di Cosa Nostra.
Le indagini hanno evidenziato una lunga collaborazione tra la famiglia Luppino e Matteo Messina Denaro: Giovanni, Antonino e Vincenzo, infatti, erano totalmente al servizio del boss di Cosa Nostra, per anni uno dei latitanti più ricercati dalle polizie di tutto il mondo. Il capo mafia non si era però mai spostato dalla Sicilia e grazie a una fitta rete di aiutanti aveva potuto condurre una vita quasi normale.
Fanpage.it ha visionato l'ordinanza di custodia cautelare emessa questa mattina dal Gip del Tribunale di Palermo. Secondo il Gip "le indagini svolte hanno svelato l'affidabilissimo compito di ausilio al proprio padre svolto dai figli Antonino e Vincenzo Luppino, che fornivano un aiuto prezioso al capo mafia per muoversi e spostarsi sul territorio e, quindi, di svolgere una funzione essenziale per l'intera associazione mafiosa". I Luppino "per almeno quattro anni, dal 2018 al 2022, erano stati vicini di casa di Matteo Messina Denaro abitando proprio accanto all'appartamento" del boss, di cui possedevano il numero di telefono e soprattutto del quale avevano ottenuto piena fiducia.
La Sim di Messina Denaro per comunicare coi Luppino
Come si evince dalla lettura dell'ordinanza di custodia cautelare Matteo Messina denaro aveva acquistato una Sim da usare, come "canale sicuro", con Antonino e Vincenzo Luppino e con il loro padre Giovanni Salvatore in occasione del ricovero presso la clinica "La Maddalena" dei primi giorni del maggio del 2021. Quella Sim venne attivata nel gennaio del 2021 per essere usata la prima volta quasi quattro mesi dopo, quando il boss fece uno squillo ad Antonino Luppino per permettergli di registrare il suo numero, "da utilizzare – scrive il Gip – per comunicazioni di emergenza. Ed è appena li caso di rimarcare che tale circostanza dimostra in modo del tutto eloquente che anche Antonino Luppino, e non solo suo padre, era a conoscenza della reale identità di Matteo Messina Denaro".
Il servizio "scorta" per il ricovero del boss
Tra i servizi offerti dalla famiglia Luppino a Matteo Messina Denaro c'era quello di "scorta", ad esempio in occasione del ricovero presso la clinica "La Maddalena" del maggio 2021: dal 2 all'11 di quel mese, infatti, "Andrea Bonafede" (pseudonimo usato dal boss) venne ricoverato presso al clinica "La Maddalena" per sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico di epatectomia per asportare le metastasi al fegato causate dalla progressione del tumore che l'aveva colpito sul finire del 2020. "Anche in tale drammatico frangente, il capomafia latitante poteva contare sul supporto sia di Giovanni Salvatore Luppino che dei suoi figli Antonino e Vincenzo". I tre fecero ripetutamente la spola tra Campobello di Mazara e la clinica per offrire il loro supporto a Messina Denaro.
Custodia e gestione dell'auto di Messina Denaro
Il rapporto di fiducia tra Matteo Messina Denaro e la famiglia Luppino era tale che il boss affidò loro non solo la custodia, ma anche la gestione della sua auto personale, un'Alfa Romeo Giulietta: la macchina era stata parcheggiata all'interno di un'area recintata sita di fronte alla abitazione di Vincenzo Luppino. "Dalla parallela attività di indagine svolta dal Roni dei Carabinieri di Trapani, emergeva non solo che i Luppino avevano in custodia la vettura, ma che gli stessi ne curavano alcuni aspetti della manutenzione", come la sostituzione di un cerchione danneggiato. Circostanza che, annota il Gip, "dimostra il pieno sostegno logistico nell'assicurare al latitante la funzionalità della vettura a lui in uso".
La ricostruzione e l'arredamento del nuovo covo di Messina Denaro
Il 4 giugno 2022 Matteo Messina Denaro spostò il suo covo dall'abitazione di Vicolo San Giovanni 260 di Campobello di Mazara – accanto a casa Luppino – all'appartamento di vicolo San Vito n. 8, ultimo rifugio del latitante prima di essere arrestato. Ebbene, stando a quanto emerso nel corso delle indagini i lavori di ristrutturazione dell'immobile vennero seguiti passo dopo passo da Giovanni, Vincenzo e Antonino Luppino, che tenevano frequenti contatti con i muratori: "Era stato proprio Vincenzo Luppino – si legge nell'ordinanza – a saldare l'importo dei lavori consegnando il corrispettivo, in
contanti, nelle mani" degli artigiani. Sempre la famiglia Luppino si preoccupò di curare l'arredamento del covo dello stragista, spostando i mobili con l'ausilio di un furgone bianco di proprietà di Vincenzo, lo stesso mezzo immortalato dalle telecamere installate a Castelvetrano nelle vicinanze delle abitazioni dei familiari del boss. "Evidentemente il furgone veniva utilizzato per assicurare una sorta di ‘staffetta' al latitante, che doveva transitare su luoghi notoriamente oggetto di eccezionali controlli delle forze dell'ordine", afferma il Gip.
I pagamenti di Messina Denaro a Giovanni, Antonio e Vincenzo Luppino a partire dal 2017
Il rapporto tra il boss di Cosa Nostra e la famiglia Luppino era solido e consolidato nel tempo, ed era iniziato nel 2017, ben prima della scoperta della malattia da parte del latitante (2020). "Dalle analitiche annotazioni sulle spese che Matteo Messina Denaro stilava di suo pugno, poteva invero ricavarsi che il latitante era solito versare periodicamente somme di denaro, anche di importi non trascurabili, in favore dei Luppino ed elargire loro piccole regalie. Per comprendere appieno il significato di tali annotazioni è necessario tenere presente che sia Giovanni Salvatore che Antonino e Vincenzo Luppino vengono comunemente indicati nella comunità campobellese con il soprannome di ‘Mustusi' poiché il padre di Giovanni Salvatore Luppino si occupava di uva da vino e produceva abitualmente del mosto".
Ebbene, Matteo Messina Denaro era solito indicare con il nome Mustang i pagamenti che gli inquirenti riferiscono ai Luppino. In particolare "l'annotazione del gennaio 2016 ("Mustang fio"), condivisibilmente attribuita dalla polizia giudiziaria all'acquisto di fiori per commemorare il decesso della moglie di Giovanni Salvatore Luppino; l'annotazione del settembre 2021 ("Mustang ristor"), attribuita dalla polizia giudiziaria ad occasioni conviviali in concomitanza con il compleanno di Antonino Luppino; l'annotazione del dicembre 2021 ("Mustang rega"), attribuita dalla polizia giudiziaria al compleanno di Antonella Luppino (nata li 24 dicembre), oppure ancora quella dell'aprile 2022 ("Mustang cen") attribuita a festeggiamenti per li compleanno di Vincenzo Luppino".
Secondo l'ordinanza "tali annotazioni ("Mustang") compaiono – anche per importi non trascurabili, in alcuni casi superiori a mille euro – fino dalle note spesa redatte da Matteo Messina Denaro con riferimento al 2017 e dunque riguardanti un'epoca in cui il pericoloso latitante era in perfetta salute. Ci si trova dunque di fronte, in ultima analisi, all'ennesimo elemento indiziario che, saldandosi con i numerosi altri già analizzati, compone un mosaico assai nitido ed assolutamente idoneo a descrivere l'ampiezza, l'intensità e la durata delle condotte poste in essere da Antonino e
Vincenzo Luppino per agevolare la latitanza di Matteo Messina Denaro".