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Omicidio Giulia Cecchettin

Turetta aveva 20mila foto di Giulia Cecchettin, anche della sera dell’omicidio: il dettaglio nel memoriale

“Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. Mi piaceva farlo ed era un’abitudine.Ci saranno almeno tra le 15mila e le 20mila foto nella galleria del mio cellulare”, così Filippo Turetta nel memoriale scritto durante la detenzione e depositato al processo.
A cura di Susanna Picone
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Ventimila foto. Sono quelle che Filippo Turetta, il giovane a processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, avrebbe custodito nella galleria del suo cellulare. Foto che vedono come protagonista proprio la ragazza che lui avrebbe poi barbaramente ucciso a coltellate la sera del’11 novembre di un anno fa.

Il dettaglio delle foto è contenuto nel memoriale che Turetta ha scritto a mano e al computer durante la detenzione e che è stato depositato venerdì durante l'udienza in cui il giovane ha deposto al processo in Corte d’Assise. In aula venerdì, davanti al giudice e anche davanti al papà di Giulia Cecchettin, Turetta ha ricostruito il femminicidio della sua ex fidanzata.

Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin

E nel memoriale ha rivelato, tra le altre cose, dell’abitudine – così la chiama lui – di scattare di continuo foto a Giulia. "Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. Mi piaceva farlo ed era un'abitudine. Ci saranno almeno tra le 15mila e le 20mila foto nella galleria del mio cellulare", scrive Turetta. Giulia – o, come dice l’imputato "Lei" – a suo dire "non era preoccupata o infastidita da questo".

Turetta ha scattato foto a Giulia Cecchettin anche durante l’ultima serata trascorsa insieme prima dell’omicidio e poi quelle foto le avrebbe guardate e riguardate durante la sua fuga in Germania. "Ho scattato diverse foto – scrive Turetta – a noi o solo a Lei, ma non c'è niente di strano in questo".

E nel memoriale Turetta racconta anche quando ha ucciso la giovane donna. Un racconto che ha ripetuto a testa bassa anche in aula.

Turetta a processo
Turetta a processo

"Ero accasciato sopra di lei – scrive  – che era per terra e continuava a gridare forte. In quel momento volevo toglierle la vita. Non ne potevo più di sentirla urlare, volevo che la smettesse, avrei voluto tornasse in macchina ma ormai era impossibile. Volevo che tutta quella situazione finisse al più presto. Ho iniziato a colpirla con il coltello, avrei voluto darle solo un colpo al collo perché fosse meno ‘doloroso' e più veloce possibile ma lei si difendeva con entrambe le braccia e spostava il corpo. Così ho iniziato a colpire più velocemente possibile".

L’esame di Turetta si è concluso venerdì e l'udienza già in programma per il proseguo dell'interrogatorio è stata annullata: la prossima ci sarà il 25 novembre, mentre la sentenza è fissata per il 3 dicembre. Turetta potrebbe anche non ripresentarsi più in aula.

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