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“Tuo figlio è in pericolo”, attira la donna con una scusa e la violenta: era uscito dal carcere 24 ore prima

La terribile violenza sabato mattina a Padova dove la donna è stata spinta a uscire di casa con la scusa che il figlio era in pericolo, quindi minacciata con una pistola e violentata. Arrestato un 36enne, era uscito dal carcere il giorno prima.
A cura di Antonio Palma
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“Tuo figlio è in pericolo, scendi subito” con questa scusa al telefono, facendo leva sulla paura della donna, un uomo di 36 anni ha attirato in trappola la vittima sequestrandola e violentandola. La terribile violenza sabato mattina a Padova dove la donna, minacciata con una pistola, e stata poi condotta in un appartamento disabitato e qui ripetutamente violentata.

L’allarme è scattato solo quando la donna è riuscita a liberarsi dall’aggressore ed  è fuggita in strada chiedendo aiuto ad un passante. Soccorsa dal personale medico del 118, la donna è stata poi accompagnata in ospedale dove gli accertamenti medici hanno confermato gli episodi di violenza sessuale appena subiti.

Sul posto è intervenuta anche la polizia che, dopo aver raccolto la testimonianza e il racconto della vittima 37enne, si è messa sulle tracce dell’aggressore. L’uomo è stato individuato poco dopo e arrestato con la pesante accusa di sequestro di persona e violenza sessuale.

L’identificazione del 36enne ha portato poi alla scoperta che l’uomo è un pluripregiudicato che era stato scarcerato da appena 24 ore. L’uomo infatti era uscito solo venerdì 11 aprile dalla Casa Circondariale “Due Palazzi” di Padova dove si trovava dall’ottobre 2024, per scontare una condanna a 10 mesi di reclusione per reati contro il patrimonio. L'uomo inoltre aveva numerosi precedenti penali e condanne per furti, resistenza a pubblico ufficiale e reati in materia di immigrazione clandestina.

Secondo il racconto della vittima, sarebbe stata contattata telefonicamente dal 36enne, che lei non conosceva, e che le avrebbe chiesto di scendere in strada per darle informazioni sul figlio che era in grave pericolo. Una volta in strada, l’uomo le ha mostrato una pistola costringendola a seguirlo in un appartamento. Poi l’uomo ha convinto la vittima che una sua reazione avrebbe portato a gravi conseguenze per il figlio e l'ha portata in un secondo appartamento dove è avvenuta la violenza.

“Ci troviamo ancora una volta davanti a un episodio di violenza inaudita e intollerabile ai danni di una donna. Un fatto gravissimo, che lascia sgomenti e che merita la più ferma condanna. In Veneto non può e non deve esserci alcuno spazio per chi si rende responsabile di crimini così efferati” ha dichiarato il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, aggiungendo: “Soggetti come quello oggi fermato, spesso recidivi, vanno controllati con il massimo rigore anche al termine della condanna, che auspichiamo la più severa possibile, per tutelare la sicurezza collettiva. Alla luce dei precedenti penali, anche il perché fosse ancora libero di muoversi e delinquere nel nostro Paese pone molti interrogativi”.

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