Tunisi, giallo sul docente italiano trovato morto: prende corpo ipotesi omicidio
C’è massimo riserbo da parte delle autorità tunisine sul caso del docente italiano trovato cadavere nella sua abitazione di Sidi Bou Said, nella notte tra il 3 ed il 4 febbraio. Tuttavia sembra prendere sempre più corpo l’ipotesi dell’omicidio. Ieri è eseguito l'autopsia, durata quattro ore, ma nessuna notizia sui suoi esiti è trapelata dagli investigatori. Massimo Bevacqua avrebbe compiuto 42 anni domani. Era nato a Rossano (Cosenza), dove vivono ancora la madre e i 4 fratelli, uno dei quali, Cataldo, è partito per Tunisi appena appresa la notizia. All’uomo è stato però impedito di nominare un perito di parte e di poter vedere il corpo di Massimo. Secondo le prime informazioni, il cadavere presentava delle ustioni dovute ad un incendio scoppiato nell’appartamento, ma i media locali parlano di una morte avvenuta in circostanze oscure. Alcune fonti che avrebbe in qualche modo avuto accesso agli atti parlano di morte per accoltellamento. Si scava anche nella vita privata del docente italiano, nessuna ipotesi è esclusa, inclusa anche la pista passionale. La polizia sta interrogando, in questi giorni, amici e conoscenti di Bevacqua per capire chi si potesse essere con lui negli ultimi frangenti prima dell’omicidio. Alcuni vicini pare abbiano sentito urla provenire dalla sua abitazione nel cuore della notte, ma le notizie sono ancora frammentarie e confuse.
Massimo Bevacqua, 42 anni, professore di lingua italiana all'Università di Cartagine e all'Istituto italiano di cultura di Tunisi, originario di Rossano Calabro, da tempo abitava a Sidi Bou Said, un villaggio turistico dove risiedono molti stranieri. Il mondo arabo e la filologia erano le sue passioni da sempre. Si era laureato in Lingue straniere-indirizzo orientale alla ‘Sapienza’, con una tesi in Dialettologia araba e il massimo dei voti. Poi aveva ottenuto un dottorato di ricerca internazionale all’Università di Bari, un diploma di master in traduzione editoriale arabo-italiano e vari attestati di frequenza a corsi in lingua araba, seguiti anche a Damasco, in Siria. Era membro dell’Association Internationale de Dialectologie Arabe (Aida). Insegnava a contratto anche in Italia presso le Università di Roma e Urbino.