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Covid 19

L’imprenditore Antonello Ieffi assolto per la vicenda delle mascherine per gli ospedali

Antonello Ieffi era accusato di turbativa d’asta in una inchiesta della Procura di Roma ma è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.
A cura di Antonio Palma
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AGGIORNAMENTO: L'imprenditore Antonello Ieffi è stato assolto dalla Corte di Cassazione il 25 febbraio 2022. I giudici della Sesta sezione della Suprema Corte hanno annullato senza rinvio, con la formula "perché il fatto non sussiste", la sentenza di appello impugnata dal difensore Carlo Bonzano, che ha assistito l'imprenditore assieme al collega Luigi Annunziata. "Si tratta di una decisione rispetto alla quale esprimo ampia soddisfazione personale e professionale per avere la Suprema Corte – afferma Bonzano – integralmente accolto i motivi di ricorso proposti e avendo peraltro assunto solo da ultimo la difesa di Ieffi proprio nel giudizio di legittimità". Durante il processo Ieffi si è sempre difeso affermando che il suo operato era finalizzato a “fare del bene al Paese in un momento drammatico”.

Non aveva alcuna possibilità di consegnare gli strumenti sanitari richiesti e nemmeno i soldi per pagare la merce ma avrebbe cercato comunque di partecipare al bando indetto dalla Consip, approfittando delle misure urgenti adottate durante l’emergenza coronavirus. Queste le pesantissime accuse nei confronti dei un imprenditore 42enne arrestato giovedì mattina dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma al termine di una inchiesta lampo per fare luce sui primi contratti di pubbliche forniture varati in questi giorni per far fronte alla massiccia richiesta proveniente dagli ospedali Italiani impegnati nell’emergenza Covid-19. Al centro dell’inchiesta la gara per un lotto da quasi 16 milioni di euro per la fornitura di dispositivi di protezione individuale come le mascherine.

La mascherine non esistevano

Secondo gli inquirenti, l’imprenditore aveva messo in piedi una operazione attraverso una ditta-schermo del tutto incapace di assicurarsi la merce e consegnarla agli ospedali. Il quarantaduenne aveva partecipato alla gara per la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di apparecchiature sanitarie per un valore complessivo di 258 milioni cercando di accaparrarsi il lotto relativo alla fornitura di 24 milioni di mascherine chirurgiche per un importo complessivo di 15,8 milioni.

Il finto blocco alle dogane

L’azienda aveva l’obbligo di fornire i primi 3 milioni di esemplari entro 3 giorni dall’ordine ma quel materiale non è mai arrivato. Dopo varie scuse su blocchi alle dogane, è partita una verifica attraverso l’Agenzia delle Dogane da cui è emerso che di quelle mascherine non c’era traccia. Consip quindi ha revocato l’appalto e sporto denuncia. “Una puntata d’azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine” ha spiegato il Gip firmando l’ordinanza di arresto richiesta dalla Procura capitolina. Per l’imprenditore le accuse sono di turbativa d’asta e inadempimento di contratto pubblico.

Imprenditore in gara anche per guanti, occhiali e tute

Secondo i pm, dopo l’esclusione dall’appalto per le mascherine, l’imprenditore avrebbe provato a partecipare con un’altra società a una seconda gara per l’approvvigionamento di guanti sterili, occhiali e tute di protezione e camici, dal valore di oltre 64 milioni di euro. Anche in questo caso, secondo la Procura, l’indagato avrebbe partecipato alla gara per forniture urgenti senza avere la disponibilità delle merci e senza avere ancora in mano nemmeno impegni contrattuali idonei a garantirla nei tempi richiesti.

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