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Giuseppe Pedrazzini morto in un pozzo, ultime news

Trovato morto nel pozzo, la moglie va dai carabinieri: “Ha accusato la figlia e il genero”

Marta Ghilardini si è presentata spontaneamente dai carabinieri di Castelnovo Monti nella giornata di sabato per rilasciare alcune dichiarazioni alla presenza degli agenti. La moglie di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato morto nel pozzo nei pressi della sua abitazione di Cerrè Marabino l’11 maggio scorso, ha accusato la figlia Silvia e il genero Riccardo Giuda.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La moglie di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato morto nel pozzo nei pressi della sua abitazione di Cerrè Marabino (Toano) la sera dell'11 maggio, ha accusato di occultamento di cadavere la figlia Silvia e il genero Riccardo Giuda. Nella mattinata di sabato la donna si è presentata spontaneamente dai carabinieri di Castelnovo Monti secondo quanto riporta il quotidiano Il Resto del Carlino.

Davanti agli agenti ha confermato le accuse nei confronti della figlia e del genero. Nella giornata di oggi Marta Ghilardini è stata ascoltata dal pm Piera Giannusa. Gli inquirenti stanno indagando per sequestro di persona, omicidio, soppressione di cadavere e truffa ai danni dello Stato.

Dal giorno del ritrovamento del cadavere, la famiglia ha mostrato una netta divisione che non è passata inosservata agli occhi degli investigatori. Il 26 maggio scorso, giorno delle esequie del 77enne, Marta Ghilardini non ha voluto unirsi al resto della famiglia e ha ascoltato l'omelia seduta in disparte tra i banchi della chiesa.

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Secondo la Procura, Giuseppe Pedrazzini sarebbe stato ucciso. I primi sospetti sono ricaduti su tutto il nucleo familiare. Figlia, moglie e genero dell'uomo sono stati fermati e poi scarcerati poco dopo. I tre sono indagati con l'accusa di omicidio, occultamento di cadavere e sequestro di persona.

Silvia Pedrazzini e suo marito Riccardo Giuda hanno sempre respinto tutte le ipotesi reato. Per gli inquirenti sarebbe diverso invece il ruolo di Marta Ghilardini: la donna, moglie della vittima, è infatti accusata di occultamento di cadavere. Un'ipotesi che troverebbe conferma anche nella spaccatura familiare mostrata in pubblico in occasione del funerale del 77enne.

Destano però sospetti i comportamenti tenuti negli ultimi mesi prima del ritrovamento dei resti. Secondo quanto raccontato dai vicini di casa dell'agricoltore, da gennaio nessuno aveva più visto Beppe. I parenti avevano provato a telefonare a casa, ma le loro preoccupazioni sarebbero state sedate sul nascere proprio da Ghilardini e dal genero Riccardo Giuda.

I due avrebbero confermato l'ottima salute del 77enne, respingendo però più volte i familiari che si erano recati a casa sua per controllare. "Non volevano persone intorno all'abitazione. Hanno anche diffidato i parenti" hanno dichiarato al quotidiano Reggio Online i vicini di casa dell'anziana vittima.

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Le dichiarazioni spontanee ai carabinieri

Quarantotto ore dopo le esequie, la moglie del 77enne si è recata spontaneamente dai carabinieri per rilasciare delle dichiarazioni sui familiari. La donna aveva già fornito una sua versione della storia che però aveva presentato diverse incongruenze.

Ghilardini aveva infatti detto di non essersi preoccupata della scomparsa perché il marito era solito andare a trovare spesso le sorelle residenti in diverse parti d'Italia.

Il 77enne però non dava sue notizie da un mese e i familiari non avevano avuto modo di sentirlo neppure al telefono. La scomparsa non è mai stata denunciata: questo dettaglio ha aperto la strada alle indagini per soppressione di cadavere a carico dei tre conviventi dell'anziano.

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Ad alimentare i sospetti degli inquirenti anche le dichiarazioni dei parenti di Giuseppe Pedrazzini. Secondo loro, infatti, i rapporti del 77enne con il genero Riccardo Giuda non sarebbero stati particolarmente distesi.

L'uomo, indagato insieme alla moglie, ha sempre respinto le accuse. Per gli investigatori, Giuda e sua moglie avrebbero agito per motivi economici.

La coppia ha sempre rifiutato l'ipotesi di movente pur ammettendo le difficoltà economiche. I due coniugi hanno raccontato ai cronisti del programma Mediaset Quarto Grado di aver iniziato a rivolgersi alla Caritas. "Stiamo dormendo in macchina – ha dichiarato il genero Roberto Giuda -. Questa è una situazione disumana, ma noi aspettiamo l'evolversi delle indagini con orgoglio e dignità".

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La scomparsa e la mancata denuncia alle autorità

Silvia Pedrazzini ha risposto anche alle domande riguardanti la mancata denuncia alle autorità. Questo è il dettaglio sul quale si basano i principali sospetti della Procura: la moglie del 77enne ha fornito motivazioni che sono apparse lacunose agli inquirenti, mentre la figlia non ha voluto rivelare alla stampa dettagli sulla sua deposizione. 

"Queste cose fanno parte delle indagini, sarà la Procura a valutare" ha solo detto ai microfoni della trasmissione Quarto Grado. La donna e suo marito Riccardo Giuda si sono dichiarati nuovamente innocenti davanti alle telecamere.

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