Trovato morto a Forlì Ferdinando Carretta: nel 1989 sterminò la famiglia e gettò i corpi in discarica
Ferdinando Carretta, l'uomo che nel 1989 uccise il padre, la madre il fratello minore, è stato trovato morto nella sua casa a Forlì, dove viveva dal 2006 prima in una comunità di recupero, poi in libertà vigilata come operatore ecologico. Dopo avere venduto la casa di famiglia aveva acquistato l’abitazione al piano terra dove oggi è stato trovato senza vita. L’allarme è stato dato da un vicino che non lo vedeva da qualche giorno: il medico legale ha fatto risalire il decesso a 3-4 giorni fa. A quanto pare carretta era malato da tempo. Sul posto i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile.
Il delitto Carretta
Era il 4 agosto del 1989 quando Ferdinando Carretta sterminò a colpi d'arma da fuoco la sua famiglia. Carretta acquistò una pistola semiautomatica in un'armeria di Reggio Emilia e dopo aver assassinato il padre, la madre e il fratello di 4 anni più giovane nascose i corpi in bagno. Dopo aver pulito la scena del crimine, si liberò dei tre corpi gettandoli nella discarica di Viarolo, nell'allora comune di Trecasali, limitrofo a Parma. I cadaveri non furono mai ritrovati.
L'uomo, all'epoca dei fatti 27enne,depiscò abilmente le indagini. Allo scopo di far credere a un allontanamento volontario dei genitori e del fratello, guidò il camper di famiglia fino a un parcheggio di Milano, dove lo abbandonò, per poi espatriare nel Regno Unito, presso i cui servizi sociali si registrò con il nome anagrafico di "Antonio Ferdinando Carretta". A Londra, dove abitava all'epoca, Carretta condusse una vita piuttosto anonima, abitando in case economiche e svolgendo lavori modesti che alternava ai sussidi di disoccupazione.
La svola nel 1998 e la confessione a Chi l'Ha Visto?
La svolta avvenne il 21 novembre 1998. Carretta, che stava lavorando come pony express a Londra, venne fermato durante un normale controllo della polizia metropolitana; l'agente che ne raccolse le generalità associò il suo nome a un caso di scomparsa di persona in Italia e lo segnalò a Scotland Yard, che a propria volta informò l'Interpol, che avvisò le autorità italiane della presenza di Carretta nel Regno Unito.
Il giudice Francesco Saverio Brancaccio, procuratore della Repubblica di Parma, si recò personalmente a Londra per interrogare Carretta, il quale dichiarò di non vedere la famiglia da nove anni e di essersi prestato a coprirne la fuga ai Caraibi dopo l'ammanco di cassa presso la ditta del padre. In seguito Carretta, in un'intervista con Giuseppe Rinaldi davanti alle telecamere di Chi l'ha visto?, ammise la responsabilità del triplice omicidio. "Ho impugnato quell'arma da fuoco e ho sparato ai miei genitori e a mio fratello".
Carretta fu successivamente condannato alla detenzione in una struttura psichiatrica per poi passare alla semilibertà nel 2004 e alla libertà completa nel 2015.