Trovati morti a 200 metri di profondità Stefano Bianchelli e Mario Perniciano, i sub dispersi a Villasimus
Sono stati avvistati dai robot della Marina Militare a 200 metri di profondità e a circa 20 metri dal relitto del piroscafo San Marco i corpi dei due sub dispersi al largo di Villasimus domenica durante un'immersione per piazzare delle boe vicino al relitto della nave affondata il 1 giugno del 1941. I due dispersi sono Stefano Bianchelli, di 56 anni, e Mario Perniciano, di 60. I due corpi non sono ancora stati recuperati
Stando alle prime ricostruzioni, i due sub sarebbero scesi in profondità per assicurare le boe con delle cime al fondale. I due non sono riusciti a risalire e per il momento si possono solo fare ipotesi: uno dei due potrebbe aver avuto un malore ed entrambi sono rimasti impigliati. Si ipotizza che uno dei due sia rimasto sul fondale per aiutare l'altro sub che aveva accusato il malore. Come detto però, per il momento si tratta solo di ipotesi e si attende che i corpi senza vita vengano recuperati per stabilire la dinamica dei fatti.
Le ricerche sono iniziate già domenica su tutta la costa e attorno all'Isola dei Cavoli e all'Isola di Serpentara. I gommoni hanno battuto per ore tutta la zona. I due erano sub professionisti, esperti e prudenti e conoscevano bene le insidie del mare e dell'attività che stavano per svolgere. Per Bianchelli, l'attività da sub era anche un lavoro e non solo una passione: da decenni, infatti, era proprietario di uno dei primi diving di Villasimius che propone corsi di immersione ed escursioni con visite a relitti storici come il San Marco.
Le speranze di ritrovare i sub vivi erano purtroppo ridotte a lumicino già alcune ore dopo l'accaduto, ma con il trascorrere della giornata di domenica le possibilità si sono ulteriormente ridotte fino al tragico avvistamento di questa mattina a 200 metri di profondità.
Sarà ora la pm Rita Cariello della Procura di Cagliari a valutare come procedere per il recupero dei due corpi.
Le operazioni di ricerca e recupero coordinate dalla capitaneria di porto di Cagliari, si sono concentrate da subito nello specchio d'acqua fra l'isola dei Cavoli e quella di Serpentara, con i sommozzatori, la sezione navale e l'elinucleo dei vigili del fuoco.
Stando alle prime informazioni, i due erano scesi con le bombole e tutta l'attrezzatura per un'immersione di circa un'ora, ma poi non erano risaliti sulla barca d'appoggio. Da qui è partito l'allarme.