La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano il mondo del lavoro. Decidiamo di pubblicarle non per dare un'immagine romantica del sacrificio, ma per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell'accesso a servizi essenziali. Invitiamo i nostri lettori a scriverci le loro storie cliccando qui.
Quella che segue è la lettera arrivata a Fanpage.it da una signora di 56 anni che vive nel Centro-Italia e che, racconta, ha sempre lavorato nel settore turistico-alberghiero.
Ma che oggi si ritrova in una situazione purtroppo comune a tanti altri: "Se non viene rifatta una riforma seria degli ammortizzatori sociali o un intervento serio sulle politiche del lavoro andrà sempre peggio", scrive.
La lettera a Fanpage.it
"Mi sono decisa a scrivere dopo lunga riflessione. Ho 56 anni, ho sempre lavorato nel settore turistico – alberghiero e mi ritrovo nella stessa situazione di altri. Troppo giovane per la pensione e troppo vecchia per lavorare.
Ormai per me è difficile trovare un qualsiasi impiego nonostante l'esperienza, buon uso del computer e ottima conoscenza di tre lingue. Non vieni richiamato oppure, al massimo, ti offrono paghe da fame per pseudo lavori usuranti.
Per non parlare della moltitudine di offerte poco serie.
Ai più giovani non credo vada molto meglio, ma questo settore e pure altri sono solo capaci di attaccare il reddito di cittadinanza come escamotage per non lavorare. Eppure io conosco molta gente che per uno stipendio decoroso sarebbe disposta a rimettersi in gioco.
Ma se non abbiamo neppure il salario minimo garantito cosa possiamo pretendere da gente senza scrupoli? Ho anche fatto un corso regionale con stage annesso, per cercare di reinventarmi, ma si è rivelato solo una grande delusione, atta solo a prendere contributi dalla Regione.
Se non viene rifatta una riforma seria degli ammortizzatori sociali o un intervento serio sulle politiche del lavoro andrà sempre peggio.