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Troppo fumo nella rapina al bancomat del Salone del libro, individuati e arrestati i “nonni banditi”

Tornano in carcere Maurizio Scerbo e Efisio Fadda, i due rapinatori di 63 e 68 anni fermati dalle forze dell’ordine dopo un tentato furto allo sportello del bancomat del Salone del Libro. I due hanno alle spalle un lungo curriculum criminale.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Maurizio Scerbo e Efisio Fadda
Maurizio Scerbo e Efisio Fadda

Hanno entrambi più di 60 anni e alle spalle hanno un lungo curriculum di furti e rapine iniziati negli anni Settanta. Efisio Fadda, 68 anni, e Maurizio Scerbo, 63 anni, hanno tentato una rapina nella notte tra il 14 e il 15 maggio a pochi giorni dall'inizio del Salone del Libro di Torino in uno sportello Intesa San Paolo nel padiglione Fiere del Lingotto. I due, nonostante l'età avanzata, potrebbero comunque finire nuovamente in cella. Dopo ogni scarcerazione, il duo criminale è tornato a cacciarsi nei guai e l'ultimo colpo è diventato noto anche anche alla stampa. 

I banditi sono entrati in azione forzando due porte, poi hanno aperto un foro di circa 30 centimetri all'altezza della cassaforte dello sportello utilizzando una lancia termica. Il fumo dello strumento ha però attirato il personale di vigilanza costringendo i due a fuggire e nascondersi nella vicina stazione Lingotto, in un'intercapedine tra le pareti. Nonostante le precauzioni adottate per nascondersi, i due non sono riuscita a farla franca. Fadda è stato intercettato dalle forze dell'ordine mentre parlava con la moglie.

Le autorità lo hanno ascoltato mentre raccontava il colpo alla moglie, preoccupata invece per un possibile arrivo delle forze dell'ordine. Alla donna, l'uomo avrebbe detto di voler riprovare il colpo. "C'era un ben di Dio – avrebbe ammesso il 68enne – vederli e non poterli toccare. Non mi muovo se non ho la certezza di tornare".

Gli investigatori stavano già indagando su una rapina da 500mila euro ai danni di Unicredit messa a segno proprio il 18 febbraio dello scorso anno: i 6 complici di Fadda erano già stati arrestati mentre il 68enne era riuscito a sfuggire all'arresto. Ora l'uomo è stato accusato di entrambi i colpi grazie al Ris di Parma che ha isolato il suo Dna sulla maschera utilizzata durante il colpo.

Stando a quanto reso noto, i due indagati si erano introdotti all'interno della filiale con il volto coperto e armati di pistola e coltelli. Dopo aver immobilizzato con fascette di plastica dipendenti e clienti, avevano prelevato dalle cassette di sicurezza denaro contante, gioielli, pietre preziose e monete antiche.

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