Troppo colorante, ministero della Salute segnala richiamo salsiccia per rischio chimico
Additivo non consentito sarebbe stato rinvenuto in alcuni lotti di salsiccia luganega Fattorie Novella Sentieri di Cappella Cantone, in provincia di Cremona. È un rischio chimico, dunque, quello che ha portato il ministero della Salute a disporne il richiamo. Nello specifico i lotti interessati sono il numero A9106FLAA con scadenza 14.02.2019 del peso di 55.930 kg, A9106FLAS con scadenza 25.02.2019 del peso di 19.738 kg, A9106FLAA con scadenza 25.02.2019 del peso di 10.32 kg, 9106FLA con scadenza 14.02.2019 del peso di 21.568 kg, A9106FLAA con scadenza 14.02.2019 del peso di 43.31 kg e A9106FLAA con scadenza 14.02.2019 del peso di 348.852 kg.
Perché il Ministero ha disposto il richiamo
Il provvedimento si è reso necessario a causa di una concentrazione troppo elevata (più di 300 mg/kg) del colorante E120, derivante dalla cocciniglia: nell’industria alimentare viene trasformato in un sale di alluminio dell’acido carminico usato anche per la tintura dei tessuti. A causa del suo utilizzo, possono manifestarsi allergie. L’additivo in questione fa parte dei 6 coloranti di Southampton, una definizione che ha origine da una ricerca finanziata nel 2006 proprio dalla Food Standards Agency e condotta presso la Università da cui prende il nome. I risultati, pubblicati nel 2007 hanno dimostrato un collegamento tra 6 coloranti artificiali utilizzati come additivi ( sunset yellow E 110, tartrazine E 102, carmoisine E122, ponceau 4R E124, quinoline yellow E104, e Allura red E129) e il conservante benzoato di sodio con l’aumento dell’iperattività nei bambini dai 3 agli 8/9 anni e un calo della concentrazione rispetto ai bambini alimentati con un placebo. Da luglio 2010 è entrato in vigore il Regolamento (CE) n. 1333/2008 il quale dispone che per l’utilizzo negli alimenti di uno o più dei sei coloranti citati nello studio Southampton è richiesta l’apposizione sull’etichetta di un’avvertenza sanitaria obbligatoria che indichi il possibile collegamento con l’iperattività in alcuni bambini. La stessa azienda ha informato i propri clienti di non consumare i prodotti e ma di riportarli nel punto vendita dove sono stati acquistati per ottenere il rimborso.