Troppi stranieri a scuola, sindaca di Monfalcone vara piano: “La maggioranza in classe sia italofona”
Viviamo la "situazione drammatica di un processo di islamizzazione da fermare. È intollerabile quanto successo a Monfalcone la scorsa settimana quando dietro al duomo il Pci con le bandiere e integralisti hanno iniziato a gridare Allah akbar, morte a Israele. Il buonismo ci porterà alla sostituzione".
A parlare è Anna Maria Cisint, sindaca di Monfalcone, in provincia di Gorizia, che è salita oggi sul palco della manifestazione pro Israele organizzata a Milano dal leader del Carroccio, Matteo Salvini. Toni duri nei confronti dei migranti, in particolare di religione islamica, che non sono passati inosservati. Ma questa non è l'unica notizia che riguarda la prima cittadina leghista di oggi.
A Monfalcone è stato varato un piano contro le classi scolastiche composte sempre da più da stranieri a scapito degli italiani, approvato dalla giunta comunale per il triennio 2024-2027: "Ridurre il sovraffollamento scolastico per evitare la preponderanza di studenti stranieri e per fare in modo che in ogni istituto comprensivo di Monfalcone la maggioranza dei bambini in ogni classe sia italofona", si legge in una nota dell'amministrazione comunale guidata proprio da Cisint.
Il Comune, si specifica nel comunicato, chiede che a "farsene carico" siano la Regione e l'Ufficio scolastico regionale "sulla base delle linee di indirizzo regionali che stabiliscono, tra le altre cose, in 1.200 i limiti numerici massimi di studenti iscritti consentiti per gli istituti comprensivi".
Sempre la prima cittadina ha spiegato, come riportano le agenzie di stampa, che "risulta necessario intervenire per fronteggiare una situazione che probabilmente non conosce eguali nell'ambito dell'intero territorio nazionale, causata dagli elevati flussi migratori che si sono riversati sulla città e che incidono sia sul numero di iscritti in ciascun istituto comprensivo sia sulla percentuale di alunni non italofoni, con ricadute fortemente negative sull'organizzazione dei servizi. Si crea in questo modo una grave alterazione del sistema didattico e relazionale in considerazione che il background sociale, culturale, relazionale degli studenti non italofoni risulta dominante e incide perfino sulla lingua parlata in classe, che non risulta essere l'italiano".
Secondo Cisint, "la prevalenza della componente non italofona genera una condizione paradossale: gli alunni italiani sono costretti a vivere uno stato di isolamento. Non possiamo più tollerare tutto questo". Il Comune riferisce che all'istituto comprensivo Giacich nell'anno scolastico 2023/2024 il numero di iscritti è pari a 1.407, di cui il 78,56% stranieri. All'istituto comprensivo Randaccio gli iscritti sono 1.156 alunni, di cui il 68,96% stranieri.