Tritolo sul Parlamento e indirizzo di Draghi: cosa scrivevano i no-vax nella chat dei “guerrieri”
All'alba di oggi, giovedì 9 settembre, sono scattate perquisizioni domiciliari e informatiche della Polizia di Stato in varie città italiane – otto a Milano, altre a Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia – a carico di 8 appartenenti al mondo ‘No-Vax' che tramite un gruppo Telegram denominato ‘I guerrieri’ progettavano azioni violente anche con armi durante manifestazioni di piazza contro vaccini anti covid o green pass. Si tratta di 5 donne e 3 uomini che devono rispondere per istigazione a delinquere aggravata. Le indagini, coordinate dalla Sezione distrettuale Antiterrorismo della procura di Milano, sono state condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale. Oltre alle abitazioni degli indagati, i controlli hanno riguardato pc, cellulari, tablet e account social.
Cosa scrivevano nella chat dei ‘guerrieri'
Dall’analisi dei messaggi della chat dei ‘guerrieri' è emerso che gli indagati si proponevano di partecipare in massa alla manifestazione di protesta in programma sabato a Roma, e incitavano gli altri membri del gruppo a comportamenti eversivi nelle rispettive città, contro non meglio precisati obiettivi istituzionali o approfittando della visita di esponenti del governo, come quella poi annullata prevista a Padova lo scorso 2 settembre da parte del ministro della Salute Roberto Speranza. I no vax inoltre stavano organizzando una riunione preparatoria in vista dell’appuntamento nella Capitale dell’11-12 settembre, e cercavano di approvvigionarsi di armi bianche da utilizzare per quell'evento.
In chat anche l’indirizzo di Draghi
In una delle conversazioni degli otto indagati, sarebbe stato scambiato anche l'indirizzo dell'abitazione del premier Mario Draghi. "L'appartamento di Mario Draghi è situato al civico n… del quartiere… Ma questa fonte non è sicura" si legge in un messaggio. Gli inquirenti evidenziano che l'indirizzo finito nella chat è un civico istituzionale che era già circolato in occasione di precedenti proteste contro i vaccini anti Covid.
Minacce contro i giornalisti
"Quando andremo a Roma i primi" da aggredire "sono i giornalisti", affermavano nel gruppo gli indagati invitando a "usare le molotov" (che non risulta possedessero) per "far saltare i furgoni delle tv". Secondo quanto riferito in questura a Milano, per la stampa, ritenuta asservita al regime, avevano un vero e proprio odio.
Distruggere il Parlamento le antenne 5G
"Radere al suolo il Parlamento con tutti loro dentro. Basta un piccolo drone pilotato dai tetti di Roma… un 500 grammi di tritolo e lo lasci cadere durante la seduta…non resterà nessuna prova e farà il suo effetto..". Questo il proposito degli attivisti No green pass e No vax indagati. Nel gruppo de “I guerrieri”, si legge anche di un piano contro il 5G: "Dobbiamo bruciare le" antenne "5G" perché "sono ben esposte, basta avere la mira giusta dalla distanza. Se ne può mettere fuori uso tanti contemporaneamente così che diventeranno matti nel correre dietro a ripararle".