Tribunale le nega l’autorizzazione all’adozione perché ha un cancro al seno
Il tribunale di Torino ha negato l'autorizzazione all'adozione di un bambino perché la futura mamma ha un cancro al seno. Così, il giudice del foro piemontese ha deciso di rigettare la domanda di una coppia torinese, nonostante la stessa avesse già superato tutti i controlli del caso e fosse stata ritenuta in grado di adottare ed educare un bambino orfano e "fisicamente idonea in quanto la patologia stabile consente le funzioni educative verso la prole" dall'Asl di competenza, perché le mutate condizioni di salute della 42enne affetta da cancro al seno recidivo non consentono "di ritenere tale condizione compatibile con l'accoglienza di un bambino". La donna, che si era già ammalata dello stesso male quando aveva ancora 29 anni e che proprio in seguito alle terapie somministrate per permettere la guarigione aveva perso la fertilità e di conseguenza la possibilità di diventare madre per via naturale, dopo quattro anni di apparente remissione del tumore, si è improvvisamente trovata a combattere contro la ricaduta e ora contro la decisione del giudice che vuole negarle la possibilità di diventare madre.
"Quante madri malate di cancro accudiscono i loro figli?", chiede la donna, che annuncia battaglia contro questa sentenza che ritiene sbagliata. La giurisprudenza, però, è dalla parte del giudice che ha preso la decisione contestata: la legge, infatti, prevede che per rilasciare il benestare all'adozione debbano passare almeno 5 anni dalla remissione del cancro e che di per sé la malattia non pregiudichi l'idoneità all'adozione, ma che comunque i casi vadano valutati nello specifico per permettere di comprendere se ci sia un "rischio concreto ed attuale per la sopravvivenza dell'aspirante genitore (con i limiti per questo tipo di previsione) o della sua capacità di crescere e accudire il bambino".