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Tribunale di Milano: no alla semilibertà per Vallanzasca

Il tribunale di sorveglianza di Milano ha respinto l’istanza con cui Renato Vallanzasca chiedeva la semilibertà.
A cura di Cristian Basile
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Belrenè

Renato Vallanzasca potrà ottenere la semilibertà, come aveva chiesto. Pochi giorni dopo l'uscita al cinema del film sulla sua vita diretto da Michele Placido, Il tribunale di sorveglianza di Milano ha respinto l’istanza presentata dal "bel Renè", con la quale chiedeva di essere ammesso alla misura alternativa alla detenzione, che permette di trascorrere parte delle giornate fuori dal carcere lavorando e facendo altre attività per il reinserimento sociale. Il tribunale ha motivato il rifiuto facendo riferimendo anche a una recente denuncia a suo carico per oltraggio a pubblico ufficiale.

A fine dicembre scorso, Vallanzasca, ex capo della mala milanese negli anni '70 e condannato a quattro ergastoli, in carcere da 38, era stato denunciato dai carabinieri per essersi rivolto con offese e insulti ai militari che erano andati a controllarlo in albergo a Mondragone (Caserta), dove stava beneficiando di un permesso.  L’udienza relativa all’istanza era stata discussa alcuni giorni fa e Vallanzasca, che nei mesi scorsi ha visto bocciata anche una richiesta di liberazione condizionale, non si era presentato davanti ai giudici. Da alcuni mesi, però, Renato Vallanzasca gode del permesso al lavoro esterno, e può uscire per andare a lavorare in una pelletteria, per poi far ritorno la sera nel carcere di Bollate.

Il lavoro esterno, si differenzia dalla semilibertà in quanto quest'ultima non è un permesso ma una misura alternativa alla detenzione, il cui fine è far "rientrare in società" il detenuto. Proprio oggi si è spenta a 94 anni la mamma di Vallanzasca, malata da tempo,e grazie alla quale aveva ottenuto di essere avvicinato nel carcere di Bollate (Milano) qualche anno fa.

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