Treviso, rapina da un milione di euro nella villa del petroliere, in fallimento, Giancarlo Miotto
"O mi apri o sequestro la bambina", avrebbero detto i malviventi alla moglie di Giancarlo Miotto, l'imprenditore petrolifero vittima di una rapina nella sua villa del Trevigiano, a Marocco di Mogliano Veneto. Nella serata di domenica quattro rapinatori si sono introdotti in casa, probabilmente forzando porta-finestra della cucina e hanno svaligiato sia la cassaforte al piano superiore che quella nel caveau al piano terra portando via gioielli, denaro e orologi preziosi per un valore stimato di quasi un milione di euro.
L'azienda di Miotto in liquidazione a causa dei debiti
"Piove sul bagnato", il commento dell'imprenditore ai giornalisti che lo hanno raggiunto ieri pomeriggio all'esterno della villa dove il 71enne vive con la moglie Irina, 51 anni, e la figlia di soli 7 anni. Negli scorsi mesi infatti la sua azienda, la Miotto Generale Petroli, società specializzata nell’intermediazione di prodotti petroliferi, è finita in liquidazione a causa di debiti per milioni di euro: il prossimo 21 dicembre è fissata in tribunale un’udienza con i creditori. Una situazione non semplice alla quale si aggiunge ora la rapina che l'uomo ha denunciato ai militari della compagnia di Treviso che stanno ora indagando sull'accaduto. Quattro i rapinatori, tutti secondo l'imprenditore con accento albanese, che si sarebbero introdotti in casa per portare via gioielli e denaro, due erano armati e hanno brandito le pistole per minacciare la moglie Irina sorpresa alle spalle in cucina e costretta ad aprire la cassaforte ai ladri.
Hanno minacciato mia figlia e mia moglie
"A casa eravamo io, mia moglie, la bambina, la tata e una colf. Erano in quattro, io non li ho visti, hanno costretto mia moglie ad andare su in camera e aprire al cassaforte – ha raccontato Miotto – l'hanno minacciata e hanno portato via i preziosi che erano in camera, poi minacciandoci nuovamente si son fatti aprire l'altra cassaforte che era nel caveau". Stando a quanto ricostruito dai militari i malviventi avrebbero preso anche delle borse griffate che poi hanno abbandonato poi in giardino prima di fuggire disturbati forse dall'allarme e dal custode, Sami, che a quell'ora è solito liberare i cani, i due pastori maremmani di Miotto. È stato lui a lanciare l'allarme ponendo fine all'incubo per la famiglia Miotto.