Treviso, penale di mille euro se ti licenzi prima. La Cgil di Treviso: “Inaccettabile”
“Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022”, spiega Alberto Irone, segretario provinciale Filcams–Cgil, “sono venuti in sede da noi decine di lavoratori, appartenenti ad aziende della ristorazione, perché i loro datori di lavoro stavano allegando ai contratti individuali clausole capestro”. Una penale da mille euro in caso di retrocessione anticipata dal contratto: “Se ad esempio un cameriere assunto per due mesi a tempo determinato dovesse dimettersi o lasciare il posto di lavoro prima, dovrebbe pagare una multa salatissima, anche superiore alla paga base”.
Arrabbiati e stanchi di essere sfruttati: questo è l’identikit dei lavoratori che si sono rivolti al sindacato. Dall'altra parte invece, piccoli imprenditori che non riescono ad assumere stabilmente, vessati dalle chiusure pandemiche ed impauriti dall'aumento delle bollette.
La denuncia del lavoratore viene così raccontata da Alberto Irone: “Si è presentato da me in ufficio questo ragazzo mostrandomi il suo contratto. Era arrabbiato e risoluto. Voleva arrivare fino in fondo. Siamo intervenuti immediatamente come se si trattasse di un tentativo di intimidazione nei confronti del lavoratore e come se fosse un atto vessatorio nei suoi confronti”.
La disciplina giuridica sul tema è molto chiara: “Se sono assunto a tempo determinato e mi voglio allontanare prima del termine, in linea teorica il datore di lavoro può rivalersi per il periodo che lascio scoperto", incalza Alberto Irone, “ma in questo caso siamo in un terreno totalmente diverso. Vengono definite penali consensuali e vanno a completo svantaggio del lavoratore”.
Ora è in corso la vertenza sindacale impugnata in seguito alla consensualità a procedere che la Cgil ha ottenuto dai lavoratori che a lei si sono rivolti. Ad oggi, sono stati già fermati una decina di contratti di questo tipo e giorno dopo giorno sembrano spuntarne di altri.
Nel frattempo, il Capogruppo Dem in Consiglio Regionale Veneto, Vanessa Camani ha presentato un’interrogazione urgente perché si faccia chiarezza sul fenomeno che ha espressamente definito “un inaccettabile ricatto nei confronti dei più deboli”. Sempre in nota ufficiale, anche la Confcommercio e la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) di Treviso hanno espresso rifiuto nei confronti di questi atteggiamenti e ribadito l’importanza dei contratti di lavoro nazionali.