Treviso, l’autopsia sul barista morto mentre cercava di sedare una rissa: ucciso da un infarto
Sarebbe stato ucciso da un infarto Alessandro Sartor, il barista di quarantacinque anni deceduto la settimana scorsa nel Trevigiano. È quanto emerso dall’autopsia effettuata sul corpo della vittima. Un arresto cardiaco, dunque, secondo il medico legale avrebbe ucciso Sartor e nessun colpo ricevuto durante la rissa scoppiata davanti al locale Al Bakaro di Tovena, in una frazione di Cison di Valmarino, nella provincia di Treviso. Sul corpo dell’uomo sono state rinvenute solo piccole escoriazioni e appunto nessun colpo tale da provocarne la morte. Ora si attende l’esito dell’esame tossicologico. Dopo la morte di Alessandro Sartor erano stati portati in carcere due fratelli, Alberto e Francesco Stella di trentuno e ventisei anni. Poi i due giovani sono stati scarcerati ieri su disposizione del gip del tribunale di Treviso.
I due fratelli arrestati e poi scarcerati – “È finito un incubo, ora ne usciremo a testa alta”, le parole dei due uomini, riportate dai quotidiani locali, all’uscita lunedì dal carcere di Santa Bona. Secondo alcune testimonianze, la notte tra giovedì e venerdì scorso erano stati proprio i due fratelli a colpire con un pugno violento Alessandro Sartor un attimo prima che cadesse a terra privo di sensi. Una ricostruzione respinta dai due fratelli poi finiti in carcere. “Attendiamo le indicazioni complete che verranno dalla relazione sull'autopsia – il commento del procuratore capo Michele Dalla Costa – Al vaglio ci sono comunque anche le riprese delle telecamere di videosorveglianza poste nelle vicinanze del luogo in cui sono avvenuti i fatti”. Attualmente il più giovane dei due fratelli Stella si trova ai domiciliari, il maggiore è libero con obbligo di firma.