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Treviso, imita Fleximan e abbatte col trattore 5 cartelli con limite di 30 all’ora: caccia al vandalo

A Cappella Maggiore, in provincia di Treviso, arriva “Cartelman”, come in molti ormai hanno ribattezzato il vandalo che si sta divertendo ad abbattere i cartelli con limite di velocità a 30 all’ora.
A cura di Davide Falcioni
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Non bastavano "Fleximan" e "Dossoman": a Cappella Maggiore, in provincia di Treviso, arriva anche "Cartelman", come in molti ormai hanno ribattezzato il vandalo che si sta divertendo ad abbattere i cartelli con limite di velocità. Sulla scia delle polemiche sulle "zone 30" un uomo al volante molto probabilmente di un trattore ha abbattuto cinque segnali con il limite dei 30 chilometri l'ora. Sull'episodio indagano le forze dell'ordine, che stanno visionando le immagini delle telecamere a circuito chiuso della zona di via Cal Alta.

A denunciare l'episodio, scattando anche una serie di fotografie, la sindaca di cappella Maggiore, Mariarosa Barazza su Facebook. La prima citadina ha spiegato: "Ieri notte in via Cal Alta sono stati abbattuti dolosamente 5 nuovi cartelli stradali, recanti il limite di velocità 30, da poco installati. Dalle testimonianze raccolte e dalle tracce rilevate in loco sembra che il responsabile abbia commesso il fatto alla guida di un trattore".

La sindaca ha aggiunto: "Nei prossimi giorni con i rilievi fatti dalla polizia locale provvederemo alla formale denuncia/querela e riposizioneremo i cartelli. Mi rincresce molto dover prendere atto di comportamenti deplorevoli e irresponsabili come questi. Questo è un atto vile e gravissimo che costituisce reato, ma soprattutto offende e ferisce la nostra meravigliosa comunità che è molto più forte di queste bassezze".

Emergono intanto i primi sospetti: alcuni automobilisti avrebbero visto in azione un uomo che giovedì, verso le 22, si è messo alla guida di un trattore, abbattendo i cinque cartelli stradali. A segnalarlo anche le testimonianze di alcuni residenti e i segni degli pneumatici vicino ai cartelli abbattuti.  Potrebbe essersi trattato di una risposta al clamore di ‘Bologna città 30’ e delle prese di posizione dei alcuni sindaci e membri del governo, a cominciare da Matteo Salvini.

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