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Treviso, ex moglie fatta uccidere per soldi da sicari, si cercano altri due complici fuggiti all’estero

I complici dei sicari che avrebbero ucciso Margherita Ceschin lo scorso 24 giugno sarebbero usciti dall’Italia attraverso la frontiera di Ventimiglia (Imperia) all’indomani del delitto.
A cura di Davide Falcioni
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Margherita Ceschin
Margherita Ceschin

Due persone sono ancora in fuga, oltre alle quattro arrestate sabato scorso, per l'omicidio di Margherita Ceschin, la 72enne di Conegliano (Treviso) trovata priva di vita il 24 giugno scorso nella sua casa, morta per cause violente la sera prima.

Lo ha riferito questa mattina a Treviso nel corso di in una conferenza stampa il Procuratore della Repubblica, Marco Martani, precisando alcuni contorni emersi nelle indagini. La donna sarebbe stata assassinata da almeno due uomini, entrati nella sua abitazione attraverso un terrazzino, presumibilmente assoldati dal marito, Enzo Lorenzon, 79 anni, di Ponte di Piave (Treviso), con il quale era in corso una burrascosa pratica di separazione da circa sei anni.

È in quell'anno che una donna italiana, allora legata a Lorenzon, si sarebbe sentita richiedere da lui se vi fosse la possibilità di individuare, nel sud Italia, soggetti disponibili a "dare una lezione, eventualmente anche ad uccidere" l'ex consorte. Alla base degli scontri tra i due vi sarebbe stata la pesantezza dell'assegno di mantenimento riconosciuto alla donna, pari a 10mila euro al mese, oltre ad azioni giudiziarie che avevano portato al pignoramento di alcuni beni dell'uomo e a controlli della Guardia di Finanza nell'azienda vitivinicola di cui è titolare.

Per assoldare i killer Lorenzon si sarebbe servito delle conoscenze della sua attuale compagna, una dominicana di 32 anni, Dilesy Luciano Guzman, che avrebbe contattato un cugino, Sergio Luciano, e un conoscente, Juan Maria Guzman, tutti arrestati sabato scorso. Nella partita sarebbero poi entrati altri due soggetti, arrivati in Italia dalla Spagna e usciti dal Paese attraverso la frontiera di Ventimiglia (Imperia) all'indomani del delitto.

In alcune intercettazioni telefoniche Lorenzon era preoccupato del fatto che avrebbero usato una sua auto per l'espatrio. La decisione di procedere ai fermi da parte della magistratura è stata determinata da più segnali, in base ai quali gli indagati sarebbero stati sul punto di lasciare l'Italia. Margherita Ceschin aveva già denunciato Lorenzon sei anni fa, per ingiurie e minacce, ma le segnalazioni non avevano portato all'emissione di misure di protezione a suo favore

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