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Treviso, bestemmia su Facebook e viene multato dai Carabinieri

Il giovane si abbandona ad ingiuria “contro la Divinità” commentando una foto personale scattata al verbale in cui i Carabinieri dichiarano di non aver trovato nulla di compromettente nella sua vettura.
A cura di Redazione
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Nicolò De Paoli.
Nicolò De Paoli.

Tutto è cominciato con la perquisizione dell'auto da parte dei Carabinieri ed è finito con una multa che non c'entra nulla con l'analisi della vettura. La storia risale ad aprile, quando a Nicolò De Paoli, ventisettenne di Treviso, viene notificata una multa di 103 euro per "ingiuria contro le divinità" su Facebook. De Paoli ha mostrato sul noto social network le foto del verbale dei Carabinieri nel quale spiegano di "non aver rinvenuto alcunché di rilevante" in occasione della "perquisizione personale e veicolare in relazione alla ricerca di armi, esplosivi e/o strumenti di effrazione". Da questo post ne è nata una discussione nei commenti nei quali i toni vanno facilmente sopra le righe, si ironizza sui Carabinieri e si giunge infine alla bestemmia.

Il prosieguo viene raccontato dal diretto interessato alla pagina satirica "Veneto imbruttito", al quale De Paoli spiega che, convocato per la firma del verbale, gli viene consegnata anche la multa di 103 euro per bestemmia, un illecito – e non più un reato penale – sanzionabile con ammenda da 51 a 309 euro. Sanzione che comunque il ventisettenne non è intenzionato al momento a pagare, anche perché "se tutti dovessimo pagare per una bestemmia, il Veneto in un mese risolverebbe il problema del nostro debito pubblico". Poi l'osservazione: "non penso che una multa faccia passare la voglia di bestemmiare, anzi forse mi incoraggia ancora di più perché ora mi tocca pagare 100 euro".

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