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Trento, Sofia uccisa a 4 anni dalla malaria senza aver mai lasciato l’Italia

La piccola e i famigliari non hanno mai lasciato l’Italia, il primario di malattie infettive all’ospedale di Trento: “Prima volta in 30 anni che assisto a un caso di malaria autoctona”. Ministro Lorenzin: “Forse contratta in ospedale”
A cura di Antonio Palma
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Uccisa a soli 4 anni dopo essere stata colpita dalla malaria senza però mai essersi spostata dall'Italia. È il terribile caso di una bambina trentina, la piccola Sofia Zago, deceduta nella notte tra domenica e lunedì nonostante tutti gli sforzi dei medici dell'ospedale di Brescia dove era stata trasferita d'urgenza. Un caso tragico che ha destato molta preoccupazione tra medici e sanitari ora impegnati a capire come abbia fatto la piccola ad ammalarsi visto che né lei né genitori e parenti hanno effettuato viaggi nelle aree tropicali o sub tropicali ma semplicemente nelle scorse settimane era stata in vacanza al mare a Bibione, in Veneto.

"È la prima volta in trent’anni di carriera che assisto ad un caso di malaria autoctona in Trentino" ha ammesso anche il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale Santa Chiara di Trento dove la piccola era stata inizialmente portata. La piccola Sofia  si era sentita male sabato scorso mentre era a casa dopo alcuni giorni di febbre e i genitori l'avevano portata al pronto soccorso pediatrico dell'ospedale di Trento. Inizialmente i primi sintomi non avevano fatto presagire che si potesse trattare di malaria poi la situazione si è aggravata ed è arrivata anche la terribile diagnosi. La piccola Sofia, che quando è arrivata in ospedale era cosciente, ha iniziato ad avere febbre altissima e nonostante il trasferimento a Brescia, dove ci sono un reparto di terapia intensiva pediatrica e uno dedicato alle malattie tropicali, è entrata in coma e purtroppo è morta poche ore dopo.

“La bambina è andata in coma sabato mattina alle 11.30 all'ospedale Santa Chiara di Trento, dove è stata diagnosticata un'infezione da malaria. È arrivata all'ospedale di Brescia in coma e qui è stata potenziata la terapia antimalarica. Il decesso si è  verificato a causa di un danno cerebrale”, ha spiegato il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia Ezio Belleri.

Istituto superiore di sanità: "Caso criptico e rarissimo"

Come spiegano i sanitari degli Spedali Civili di Brescia, la bimba era arrivata da Trento in condizioni disperate dopo essere stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Questo tipo di morbo viene trasmesso dal Plamodium Falciparum, la specie più' aggressiva di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara Anopheles. Nei casi più gravi la morte può arrivare entro 24 ore. "E' un caso criptico, rarissimo", ha confermato anche Giovanni Rezza, medico epidemiologo e responsabile del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, aggiungendo: "Questa malattia viene trasmessa da un certo tipo di zanzara che in Italia non c'è ed è ignota allora la modalità di trasmissione. So che la piccola non è stata all'estero. A questo punto, occorre attendere l'indagine epidemiologica. Visto che in Italia la zanzara non esiste, la trasmissione allora può avvenire con contatto sangue nel sangue e quindi da qualcuno che ha già contratto il virus".

Disinfestazione in ospedale a Trento

"Con i servizi di veterinaria e igiene pubblica cercheremo di comprendere le ragioni del caso, andrà fatta un’ indagine. Per la nostra conoscenza non esistono in Trentino e in Italia vettori idonei alla trasmissione della malaria" ha spiegato il primario Claudio Paternoster, aggiungendo: "È stata un’ estate caldissima e con i cambiamenti climatici in atto non si può escludere l’adattamento di qualche specie. Andranno prelevati campioni di zanzare e esaminati. L’Italia è stato un Paese malarico fino agli anni ‘50. Poi con le bonifiche delle paludi la malattia si è estinta. Tuttavia il Trentino, per la sua latitudine, non ha mai avuto problemi nemmeno nel passato remoto".

L'attenzione è puntata anche su un ricovero che la bambina avrebbe avuto in pediatria all'ospedale di Trento dopo Ferragosto, negli stessi giorni in cui erano ricoverati due minori che avevano contratto la malaria in Africa.  Per ora comunque non c'è nessuna certezza, ma nel reparto di pediatria dell'ospedale trentino ci sarà una disinfestazione. "Nei casi di origine non definibile le indicazioni dell'Istituto superiore di sanità' consigliano di effettuare ugualmente una disinfestazione del reparto come misura di ulteriore profilassi – che verrà effettuata oggi – anche se non si ravvisano rischi per coloro che hanno frequentato il reparto nei giorni scorsi" spiegano dall'ospedale.

"La diagnosi a Trento è stata tempestiva perché la storia della bimba non faceva sospettare la malaria", hanno spiegato anche dagli Spedali di Brescia aggiungendo che nessuna autopsia diagnostica  sarà effettuata sulla bimba in quanto la causa di morte è accertata: danni cerebrali dovuti alla malaria. E' escluso anche il contagio attraverso oggetti o persone infette in quanto serve l'inoculazione. A questo punto si tratta di un aspetto prettamente clinico e cioè stabilire come sia stata infettata la bimba. Per questo tutti i luoghi frequentati dalla bimba verranno effettuati dei campioni di zanzare per capire se ce ne siano di infette, poi nel caso si dovrà capire da dove arrivano.

In ospedale a Trento altri due bambini con la malaria poi guariti

La piccola Sofia era stata prima in ospedale a Portogruaro, poi a Trento, per un esordio di diabete infantile. A spiegarlo è stato il direttore generale dell'Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino), Paolo Bordon, che ha ricostruito le tappe della vicenda clinica della bimba e ha spiegato che in uno dei giorni del ricovero a Trento della bimba erano presenti, “in un'altra stanza, due bambini con la malaria, che sono guariti”. “In ospedale abbiamo messo delle apposite trappole ieri pomeriggio, che verranno rimosse oggi pomeriggio, mentre tutti i bambini ricoverati sono stati trasferiti ed è in corso la disinfestazione di tutto il reparto”, ha aggiunto. “Resta il fatto che la piccola poi morta e i due malati di malaria erano in stanze diverse, le cure sono state effettuate tutte con materiale monouso e non ci sono state trasfusioni. La malaria non è trasmissibile da uomo a uomo e nessun altro paziente ha avuto dei sintomi riconducibili alla malaria”, ha detto ancora. “La bimba – ha aggiunto – aveva il diabete, che nulla aveva a che fare con la malaria. Il periodo di latenza potrebbe fare pensare che l'avesse contratta prima, poi, certo, la presenza di due bambini malati qui fa insospettire. Il punto è che dovrebbe esserci stata qualche zanzara anofele, magari in dei bagagli. I nostri veterinari, interpellati, dicono che un'altra zanzara, nostrana, non può farsi vettore, anche se ha punto malati”.

Ministro Lorenzin invia esperti: "Forse contratta in ospedale"

La Procura di Trento aprirà un’inchiesta per omicidio colposo per accertare se nel reparto di pediatria di Trento dove Sofia era stata ricoverata siano state eseguite correttamente tutte le procedure. Per gli stessi motivi è stata avviata anche una ispezione da parte del Ministero della Salute. "Dalle prime indicazioni che abbiamo avuto pare che la bambina potrebbe aver contratto la malaria in ospedale, a Trento, il motivo per il quale sarebbe un caso molto grave. Abbiamo mandato immediatamente degli esperti sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare" ha spiegato la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Al momento il Ministero ha chiesto una relazione all'Assessorato alla salute della Provincia Autonoma di Trento e ha inviato un gruppo di esperti presso l'ospedale Santa Chiara di Trento. Del gruppo faranno parte anche esperti di malattie infettive e tropicali ed esperti dell'Istituto Zooprofilattico.

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