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Covid 19

Trento, No Vax rifiuta di essere intubato e muore di Covid: non aveva patologie pregresse

Daniele Penzo, primario della Rianimazione all’ospedale Santa Chiara di Trento: “Il paziente non era vaccinato. E ha rifiutato di essere intubato. Non ha dato particolari spiegazioni”.
A cura di Davide Falcioni
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Terapia intensiva, Covid
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Dopo aver rifiutato il vaccino ed aver contratto il Covid-19 un No Vax tedesco di 50 anni, da qualche mese residente sul Garda, è stato ricoverato in ospedale e lì si è letteralmente lasciato morire rifiutando di essere intubato, pratica che avrebbe potuto salvargli la vita. Il decesso risale a giovedì scroso: paziente era stato trasferito in terapia intensiva all’ospedale Santa Chiara di Trento e al personale sanitario aveva espresso la volontà di non procedere con l’intubazione. L’uomo – secondo quanto riferito dall'edizione locale del Tg Rai – non soffriva di patologie pregresse, al di là di una situazione di sovrappeso, e grazie alla terapia con l’ossigeno avrebbe avuto buone probabilità di sopravvivere. Il mancato consenso all’intubazione è stato registrato dal personale sanitario secondo le procedure che prevedono che il paziente sia informato dei rischi delle proprie scelte; a nulla sono valsi gli appelli dei medici e della fidanzata, allarmati per il peggioramento delle condizioni di salute dell'uomo, che non si era voluto vaccinare contro il coronavirus.

Il primario di rianimazione: "Il paziente ha rifiutato di essere intubato"

Il dottor Daniele Penzo
Il dottor Daniele Penzo

Daniele Penzo, primario della Rianimazione all'ospedale Santa Chiara, ha confermato che "il paziente non era vaccinato. E ha rifiutato di essere intubato. Non ha dato particolari spiegazioni. Ha ripetuto solo questo". Intervistato da Il Quotidiano, il dottor Penzo ha confermato che "nemmeno la compagna è riuscita a fargli cambiare idea. L'uomo era sotto il casco, con una ventilazione non invasiva. Gli abbiamo prospettato che in caso di peggioramento sarebbe stato necessario intubarlo. Ha detto di no. Dopo il tentativo con la compagna, non ci è rimasto altro che documentare le sue volontà". Difficile dire se si sarebbe potuto salvare se avesse accettato le terapie che gli erano state proposte dai medici: "Sicuramente – continua Penzo – gli avremmo potuto offrire molte più possibilità di farcela con l’intubazione. In altri casi i familiari sono riusciti a convincere pazienti che poi si sono salvati. Il 50enne deceduto è rimasto ricoverato per qualche giorno, sempre sotto il casco. Alla fine abbiamo dovuto prendere atto della sua volontà".

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