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Tredicesima: a chi spetta, quando arriva e come calcolarla

A dicembre, e comunque entro Natale, i lavoratori dipendenti e i pensionati riceveranno la tredicesima. A chi spetta, quando arriva e come si calcola la mensilità aggiuntiva che alcuni lavoratori ricevono rateizzata in ogni singola busta paga mensile.
A cura di Stefano Rizzuti
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Gli ultimi mesi dell’anno per i lavoratori sono spesso un momento di attesa: in tanti aspettano impazienti la tredicesima, una mensilità aggiuntiva rispetto ai dodici stipendi ricevuti durante l’anno. La tredicesima, chiamata anche ‘gratifica natalizia’, corrisponde sostanzialmente a uno stipendio in più che il datore di lavoro dà al dipendente o l’ente previdenziale dà al pensionato. Solitamente viene ricevuta dal lavoratore entro dicembre, ma in ogni caso prima di Natale. La data precisa dipende da ciò che prevede ogni singolo contratto.

La tredicesima mensilità corrisponde a un dodicesimo dell’intera retribuzione annua, come spiega il sito dell’Inps. La tredicesima matura anche durante le assenze per malattia, infortunio sul lavoro e maternità, nei limiti del periodo di conservazione del posto e per la parte non liquidata dagli enti preposti. Per alcuni la tredicesima non viene corrisposta a dicembre ma viene rateizzata su ogni singola busta paga mensile.

A chi spetta la tredicesima

La tredicesima viene data ai lavoratori assunti con contratto determinato o indeterminato, ai pensionati anche con la minima e a chi ha diritto alla reversibilità. Non arriva a chi ha l’assegno di accompagnamento. Viene maturata anche in caso di ferie, riposi e durante i periodi di assenza dal lavoro per assistere a un familiare con la 104. Si matura anche in caso di malattia e infortunio, ma entro i limiti del periodo che garantisce di conservare il posto di lavoro.

Vengono esclusi dal computo: i giorni di congedo parentale, gli scioperi, la malattia del bambino, i permessi e le aspettative non retribuite, i compensi per gli straordinari, i notturni o i festivi a meno che non abbiano carattere di continuità. L’importo ricevuto come tredicesima è inferiore a quello dello stipendio perché è tassato a differenza della retribuzione mensile e non beneficia di detrazioni né per il lavoratore dipendente né per i familiari a carico. In caso di contratto part-time l’importo è proporzionale all’orario di lavoro del dipendente.

Come calcolare la tredicesima

La retribuzione aggiuntiva viene calcolata sulla base dei giorni lavorati da gennaio a dicembre. L’Inps mette a disposizione sul suo sito un calcolatore che permette, inserendo tutti i dati necessari, di calcolare l’importo della propria tredicesima. Qui l’indirizzo del simulatore per calcolare la tredicesima per i lavoratori domestici.

Sempre sul sito dell’Inps è possibile capire come si effettua il calcolo per un lavoratore domestico che presta servizio per più famiglie. Ogni datore di lavoro – in caso sia più di uno – è tenuto all’erogazione della quota di tredicesima sulla base della retribuzione oraria corrisposta. L’esempio riportato dall’Inps riguarda un lavoratore che ha svolto servizio dal primo aprile al 31 dicembre con una retribuzione mensile di 600 euro. Il calcolo viene effettuato moltiplicando la retribuzione per il numero di mesi lavorati. Quindi, in questo caso, 600 euro x nove mesi. La cifra risultante deve poi essere divisa per 12, il totale dei mesi dell’anno. In questo caso 5.400 euro diviso 12, per un totale di 450 euro di tredicesima.

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