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Tredicenne morta a Piacenza

Tredicenne morta a Piacenza, la legale: “Condotta dei Servizi Sociali gravissima, potevano salvarla”

L’avvocata Lorenza Dordoni, che si occupa della difesa della famiglia della 13enne morta dopo la caduta dal settimo piano a Piacenza, ha fatto sapere a Fanpage.it che i funerali dell’adolescente si terranno martedì 5 novembre al Duomo di Piacenza. “I Servizi sociali? Sapevano, potevano salvarla”
A cura di Gabriella Mazzeo
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È arrivato il nulla osta per la sepoltura della 13enne di Piacenza precipitata dal settimo piano dello stabile dove viveva con la mamma e la sorella. Per la morte dell'adolescente  è in carcere l'ex fidanzatino 15enne con l'accusa di omicidio volontario. Proprio nella mattinata di oggi, giovedì 31 ottobre, è stata confermata per il giovane la custodia cautelare in carcere.

Nel frattempo, il corpo senza vita della 13enne è stato sottoposto ad autopsia a Pavia alla presenza della legale della famiglia, l'avvocata Lorenza Dordoni e dei consulenti di parte, ossia il medico legale Novella D'Agostini e Attilio Maisto per l'ex fidanzato accusato di omicidio.

Dopo il nulla osta per la sepoltura arrivato proprio nella giornata di ieri, mercoledì 30 ottobre, la famiglia ha iniziato ad organizzare i funerali della ragazzina. Per le esequie era necessario presentare la dichiarazione del tribunale della decaduta responsabilità genitoriale da parte del padre della 13enne. Secondo quanto scrive anche la sorella Viktoria sui social, però, alla fine i funerali si terranno proprio martedì 5 novembre alle 15 nel Duomo di Piacenza. La data e l'ora della cerimonia erano state anticipate a Fanpage.it dall'avvocata Dordoni, che si occupa della difesa.

"La madre stava cercando questo documento – ha sottolineato -. Ovviamente è difficile perché ogni volta che prova ad aprire un cassetto in casa scoppia a piangere. Le sue condizioni psicologiche in questo momento sono molto precarie".

La legale ha spiegato che copia di questi incartamenti è anche nelle mani dei Servizi Sociali del Comune di Piacenza, gli stessi che nel tardo pomeriggio del 30 ottobre hanno affermato con una nota ufficiale di "aver raccolto alcune comunicazioni riferite alla gelosia del 15enne" ora in carcere ma di "non aver mai avuto notizia di comportamenti violenti" da parte dell'adolescente.

"Vista questa nota ufficiale – ha sottolineato la legale prima dell'annuncio ufficiale via social della sorella della vittima – non possiamo chiedere alcunché". Sulla posizione assunta dai Servizi Sociali, l'avvocata prosegue: "È gravissimo. Parliamo di un'autorità che non deve fare verbale, ma che è tenuta a prendere appunti e a segnalare situazioni gravi, anche se non vi sono pregresse denunce. Per iscritto sostengono di essere stati a conoscenza delle preoccupazioni della madre, ma di fatto non hanno fatto seguito al loro obbligo giuridico. Si poteva evitare una tragedia".

La 13enne, racconta sempre Dordoni, è purtroppo deceduta in circostanze violentissime. "Quando si è tenuta l'autopsia ero presente – ha affermato -. Ho visto crescere quella bambina perché sono anche un'amica di famiglia e so bene quanto amasse i suoi capelli lunghi e biondi. In un primo momento dell'esame autoptico ho pensato che li avesse tinti di rosso, mi è parso perfino strano. Invece quello era il colore del sangue che aveva perso. Sono scene che non si dimenticano facilmente".

Secondo la famiglia della 13enne, la segnalazione dei Servizi Sociali avrebbe potuto disinnescare la spirale di violenza in cui la ragazzina è stata trascinata. "Non era stato fatto niente per le condotte di questo ragazzo. Andava in giro per il mondo come tanti altri della sua età. Un intervento di un tenore diverso avrebbe potuto salvare questa bambina da una morte orribile e la sua famiglia da un dolore inimmaginabile".

Durante l'udienza di convalida tenutasi ieri, l'ex fidanzato 15enne avrebbe risposto ad alcune domande sulla dinamica del decesso della 13enne. Il suo avvocato, Ettore Maini, non ha però specificato altro. "Sappiamo che ha fornito alcune risposte, non sappiamo nello specifico su cosa – ha sottolineato Dordoni -. Noi siamo la parte lesa di questo processo, ma non siamo ancora informati sugli atti. In questo momento non vi abbiamo neppure accesso".

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