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Tre ospedali non si accorgono delle sue condizioni, paziente perde gamba e piede per un alluce valgo

Il lungo calvario di un paziente di 77 anni al quale ora un giudice di Bologna ha concesso un risarcimento del danno, condannando al pagamento tre strutture ospedaliere che lo hanno tenuto in cura.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Quando si era rivolto ai medici per curare un alluce valgo che lo infastidiva, mai avrebbe pensato che sarebbe stato l’inizio di un lungo calvario, trascorso attraverso tre strutture ospedaliere e concluso purtroppo con la perdita del piede sinistro e della gamba destra. È la terribile storia di un paziente di 77 anni al quale ora un giudice di Bologna ha concesso un risarcimento del danno, condannando al pagamento tre strutture ospedaliere che lo hanno tenuto in cura: una bolognese e due lombarde.

Secondo quanto stabilito dal giudice, anche in base alle consulenze tecniche d'ufficio, tutto sarebbe iniziato quando si è deciso di sottoporre l’uomo all’intervento chirurgico al piede senza procedere ai "necessari e doverosi accertamenti angiologici". A causa di quei problemi, infatti, sarebbe nato il lungo calvario dell’uomo tra ospedali, pronto soccorso e cliniche.

In pratica non sarebbero state valutate le controindicazioni all'intervento che poi avrebbero scatenato le complicazioni seguenti. Nella clinica bolognese, infatti, dopo l’operazione, l'uomo aveva contratto un'infezione che, stando al giudice, non sarebbe stata “adeguatamente e tempestivamente curata dai sanitari". Il paziente sarebbe stato dimesso con la prescrizione di un farmaco "sostanzialmente inutile" e le sue condizioni erano peggiorate.

Per l’uomo, però, i problemi non erano finiti. A causa dei disturbi fisici, infatti, si era rivolto successivamente al pronto soccorso di un ospedale di Varese ma anche qui i medici non si sarebbero accorti in tempo delle sue condizioni. A questo punto il quadro clinico si sarebbe aggravato, portando all’amputazione del piede sinistro.

“L'evoluzione negativa delle condizioni del paziente in seguito registratasi, trova dunque origine nelle condotte negligenti attuata dalle due strutture" scrive il giudice. A complicare il quadro, già grave, infine l’intervento di un terzo ospedale a cui si era rivolto, questa volta a Monza. Come scrive il tribunale, infatti, “Omettendo di intervenire in modo tempestivo e adeguato, ha contribuito all'epilogo del decorso clinico con l'amputazione dell'altro arto", vale a dire la gamba destra.

Per questo all’uomo è stato riconosciuto un danno biologico permanete incrementato dalla sofferenza morale.  Con l'uomo sono stati risarciti anche i due figli, in particolare quello che lo ha assistito più da vicino a causa del peggioramento delle sue condizioni di vita.

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