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Tre arresti per pedopornografia: tra loro un prete e un membro delle forze dell’ordine

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Torino, ha portato all’arresto di tre persone. Altri 29 soggetti sono stati denunciati in tutta Italia.
A cura di Davide Falcioni
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Sono in corso in queste ore, nell'ambito di un'operazione coordinata dal Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, 33 perquisizioni stabilite dalla Procura di Torino nell'ambito dell'operazione di contrasto alla pedopornografia online "La Croce". All'esito delle attività investigative avviate dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del capoluogo piemontese, da più di 6 mesi svolte anche in modalità sotto copertura, sono stati individuati numerosi soggetti dediti alla divulgazione e pubblicizzazione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori online.

Tre le persone arrestate, tra loro un prete e un membro delle forze dell'ordine. Inoltre sono state denunciate altre 29 persone. In particolare l'indagine – spiega una nota della Polizia di Stato – si è concentrata sull'attività di un utente che, comunque interessato al procacciamento di materiale pedopornografico, pubblicava su gruppi ristretti informazioni e tracce informatiche carpite nell'interazione con altre identità virtuali, di fatto svolgendo l'improbabile ruolo di "giustiziere".

Gli utenti coinvolti nello scambio di materiale pedopornografico, tramite accorgimenti tecnici volti al mantenimento dell'anonimato, disponevano di contenuti illeciti di diversa natura, talvolta anche ritraenti vere e proprie violenze sessuali, e "chattavano" con molta discrezione per sondare la reciprocità di interesse alle tematiche di abuso sessuale, utilizzando linguaggi "in codice".

Nell’indagine le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, emesse dalla Procura Distrettuale di Torino, hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email e profili social. Durante le perquisizioni sono stati altresì rinvenuti gli account utilizzati dagli indagati per la richiesta del materiale pedopornografico, e in taluni casi ingente quantitativo di materiale illecito custodito sui supporti informatici sottoposti a sequestro.

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