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Travolge e uccide una donna alla guida, poi si suicida: il 22enne aveva riavuto la patente da 7 giorni

Il 22enne che ha travolto e ucciso la 35enne Barbara Wojcik nel Genovese e che poi si è tolto la vita, aveva riavuto la patente circa 7 giorni prima in seguito a un altro incidente che non aveva avuto fortunatamente gravi conseguenze. Il giovane aveva anche scritto un libro sula velocità al volante.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Gli avevano restituito la patente 7 giorni prima del tragico incidente nel quale ha travolto e ucciso Barbara Wojcik, una donna di 35 anni. Dopo la sua morte, il 22enne si è tolto la vita. Sul suo diario, chi indaga ha trovato alcune frasi sul "brivido della velocità" come "antidoto alla solitudine". "Premi il pedale sull'acceleratore e la velocità diventa un antidoto alla solitudine" scriveva il giovane. "Serve equilibrio tra passione e responsabilità".

Il 22enne lavorava come operaio in una municipalizzata genovese. Dopo aver investito la 35enne, il giovane è sceso dall'auto e ha riconosciuto la donna che spesso animava un circolo a Sant'Olcese, borgo di 6mila persone nel Genovese. Sconvolto, si è tolto la vita sul luogo dell'incidente.

Per i carabinieri ci sono pochi dubbi sulla dinamica dei fatti: con tutte le probabilità,le due autopsie sui corpi confermeranno le ricostruzioni investigative. L'orario dello schianto è preciso, ore 20.52 come chiarisce la "scatola nera" dell'auto sulla quale sono stati effettuati dei rilievi relativi alla velocità.

A conferma di quanto ricostruito ci sarebbero anche le immagini della dashcam del mezzo che ha invaso la corsia opposta e travolto la donna. Al 22enne la patente era stata restituita 7 giorni prima della tragedia, questo perché aveva subito una decurtazione di 6 punti. Qualche settimana fa, durante un turno di lavoro, aveva investito a bordo di un altro mezzo una donna poi medicata senza gravi conseguenze in pronto soccorso.

Nel 2022 aveva invece fatto un incidente in moto in centro a Genova. Nessuno rimase coinvolto, ma il 22enne alla guida dovette affrontare una lunga convalescenza perché fu sul punto di perdere le gambe. 

Sulla velocità alla guida aveva scritto un libro: in venti pagine raccontava l'amicizia tra due giovani appassionati di motori e di come il protagonista, in seguito a un incidente in auto, decideva di correre solo in pista.

Dal punto di vista giudiziario la vicenda è chiusa prima ancora di iniziare dopo la morte della vittime dell'investitore. Ora, spiega la sindaca Sara Dante, è il momento del dolore.

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