Trattativa Stato-Mafia, l’inchiesta si allarga alla P2 e all’eversione nera
L’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia si “allarga”. Al processo a Palermo in cui l'ex generale dei carabinieri Mario Mori è accusato di minaccia a corpo politico dello Stato, sono stati depositati atti relativi ai rapporti tra l’ex ufficiale dell’Arma e Licio Gelli ed altri personaggi del terrorismo nero degli anni Settanta. Da mesi i magistrati che indagano sul presunto patto tra Stato e Cosa nostra stanno indagando sul passato di Mori. Secondo quanto riferisce l’Ansa, i pm Roberto Tartaglia e Nino Di Matteo hanno depositato agli atti del dibattimento il verbale di interrogatorio di un ex ufficiale del Sid, Mauro Venturi, che negli ‘anni di piombo’ lavorò a stretto contatto con Mori. Quest’ultimo gli avrebbe proposti di entrare nella P2. “Mi disse che non era una Loggia come le altre – ha detto Venturi – e mi invitò ad andare a casa di Gelli. Alle mie perplessità reagì dicendomi che quelli del Sid erano garantiti e che sarebbero stati inseriti in liste riservate”. Nel verbale Venturi afferma anche che Mori gestiva i contatti con la rivista Op di Mino Pecorelli.
Agli atti dell’inchiesta sulla Trattativa, i magistrati hanno inserito anche un altro verbale, reso da Gianfranco Ghiron, una ex fonte del generale, molto vicino all’estrema destra e agli 007 americani, davanti la procura di Brescia nel 1975. Durante quell’interrogatorio Ghiron mostra ai pm una lettera, datata 5 novembre 1974, firmata da un tale Piero, criptonimo di Amedeo Vecchiotti, estremista nero che in quegli anni era una fonte dei servizi. “La settimana prossima – si legge nell’appunto recuperato dai pm – Licio Gerli (probabile refuso per Gelli n.d.a.) scapperà all’estero tra la Francia e l’Argentina: la prego di avvisare il dott. Amici (ovvero il criptonimo Mori n.d.a.). Ciò perché se la partenza di Gerli danneggia Mister Vito (inteso Miceli n.d.a) lo fermino, oppure se è meglio che se ne vada lo lascino andare”.