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“Trasportiamo insicurezza”, i conducenti dei bus contro l’azienda Anm

I dipendenti dell’azienda di trasporto pubblico protestano contro scarsa manutenzione, aggressioni (oltre 170 nel 2013) e sanzioni: oltre 600. E c’è chi è stato punito per non aver utilizzato il bagno pubblico convenzionato.
A cura di Gaia Bozza
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Sassaiole, bus rotti, aggressioni, pericoli per passeggeri e autisti, condizioni di lavoro difficili: i lavoratori dell'Anm, l'azienda del trasporto pubblico su gomma a Napoli, hanno occupato la direzione generale per chiedere soluzione a un problema che dura ormai da troppo tempo. Lo slogan esposto dai lavoratori, che aderiscono al sindacato Usb, è fortemente simbolico: "Trasportiamo (in)sicurezza". E i numeri danno loro ragione, il contesto è allarmante per la sicurezza di utenti e lavoratori: nel 2013 ci sono stati più di  170 gli episodi di violenza, aggressioni e teppismo in città, con sassaiole e anche spari che prendono di mira gli autobus.

Dei tanti autisti aggrediti, poi, nel 40 sono finiti in ospedale con più di 3 giorni di prognosi. Non si contano gli insulti e il più becero sessismo nei confronti delle donne. E il 2014 continua sotto lo stesso segno.  L'altro aspetto critico riguarda la manutenzione, l'igiene e la pulizia, che sono inadeguate, denunciano i lavoratori dell'Usb. Diversi i provvedimenti disciplinari per i dipendenti che, secondo i rappresentanti sindacali, "vengono utilizzati come ricatto aziendale". "Più di 600 – spiega Adolfo Vallini, rappresentante sindacale dell'Usb – in un momento di forte crisi del settore e con la carenza cronica di autobus". "Qualcuno è stato sanzionato persino per non aver voluto usare un bagno pubblico convenzionato", ci racconta Vallini.

Dopo il sit in, una delegazione è stata ricevuta dal presidente dell'Anm Renato Brunetti, che si è impegnato ad affrontare le questioni sollevate dai lavoratori, prima fra tutte l'aspetto della sicurezza sui luoghi di lavoro.

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