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Trasporti a Napoli: prendere un treno è una sfida (alla matematica)

Caos trasporti, e non per lo sciopero, che è programmato per il 18: a Napoli manca la gestione dell’ordinario. Come vi mostrano queste immagini girate all’interno di un deposito-cimitero, i disservizi esistono ma i treni ci sono. E sono tenuti fermi, per riparare gli altri.
A cura di Gaia Bozza
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A Napoli può capitare di aspettare un treno per ore. Non è un luogo comune perché, dati alla mano, è più facile di quanto sembri. Un esempio: la ferrovia che collega l'area flegrea della città al centro, detta appunto Circumflegrea, e la città di Cuma al centro della città, detta Cumana. Sapete quanti treni fanno parte della flotta? Ben 30. Beh, diranno in molti, e allora che problema c'è? Il problema è che l'Eav, ha holding regionale dei trasporti, è ormai morente e sommersa dai debiti. E di questi 30 treni ne viaggiano "quando va bene – spiega il dipendente e sindacalista Usb Antonio Mazzella – 10 o 11 treni". E il resto? Il resto, come vi mostriamo in queste immagini girate da uno smartphone all'interno del cosiddetto "cimitero dei treni", sono tutti in deposito. In teoria, sarebbero in attesa di essere riparati. In pratica, vengono "cannibalizzati" per riparare i treni che restano. "Per garantire il servizio e la manutenzione ordinaria – spiega Mazzella- servirebbero almeno 16-17 treni".

Al contrario, il risultato è quello di smantellare l'intera flotta di treni: "Gli elettrotreni vengono spezzati in due – denuncia – a qualcuno mancano addirittura i sediolini, vengono smontati pezzo per pezzo. Abbiamo denunciato in tempi non sospetti la situazione del parco rotabile e delle infrastrutture ferroviarie dell’Eav, evidenziando che ci avvicinavamo alla scadenza di settembre in condizioni non idonee alla ripresa delle normali attività (pensate alle condizioni in cui viaggiano studenti e lavoratori pendolari) e il piano di rientro dei debiti Eav che non decolla ci condanna definitivamente". Sono tantissimi i pendolari che parteciperanno allo sciopero di domani,  semplicemente perché, come ci dice un ragazzo che volantina davanti ai cancelli della stazione, "non è da paese civile viaggiare in condizioni da carro bestiame e passare buona parte del proprio tempo ad aspettare i mezzi pubblici. Siamo in Europa, ma solo quando si tratta di ripianare i debiti".

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