Trapani, neonato abbandonato nelle campagne di Paceco: arrestati i presunti genitori
I carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Trapani e della Stazione di Paceco hanno arrestato, con l'accusa di tentato omicidio in concorso, un uomo e una donna. Si tratterebbe dei genitori del neonato che lo scorso anno fu trovato, dopo essere stato abbandonato, in una campagna a Paceco, nel Trapanese. I fatti risalgono all'ottobre del 2022. Il neonato fortunatamente venne trovato in tempo da un contadino che chiamò immediatamente i carabinieri.
La zona del ritrovamento non è trafficata e il ritrovamento del piccolo, che era avvolto in una coperta, fu del tutto casuale. Trovato nel giorno di San Francesco, al neonato venne dato il nome Francesco Alberto: come il Santo di Assisi e come il carabiniere che per primo lo ha preso in braccio.
Secondo le prime informazioni, l'uomo e la donna arrestati dai Carabinieri di Trapani sarebbero due ragazzi giovanissimi: la madre del piccolo sarebbe ancora minorenne. Sia lei che il presunto padre del neonato abbandonato – il ragazzo sarebbe appena maggiorenne – sarebbero residenti a Trapani.
La notte del parto lo avrebbero così abbandonato in un terreno, con la piena consapevolezza, secondo quanto ricostruito dai magistrati, “di esporre il loro figlio non soltanto ad astratti ed eventuali pericoli conseguenti al suo stato di incapacità di difesa, bensì al rischio di una morte
pressoché certa, evitata per fattori del tutto indipendenti dalla loro volontà”.
Dal momento del ritrovamento del piccolo, i carabinieri, coordinati dalle Procure di Trapani e dei Minori di Palermo, hanno cercato di rintracciare chi aveva lasciato lì il neonato. Sono state visionate in questi mesi ore e ore di immagini dei sistemi di video sorveglianza, sono stati ascoltati i residenti della zona e i proprietari dei veicoli passati in quell'area, svolti accertamenti presso ospedali, consultori provinciali, medici di base, guardie mediche, istituti scolastici. Tutto per acquisire ogni possibile elemento utile alle indagini.
Il lavoro degli inquirenti ha consentito oggi di arrivare ai due presunti genitori. Le attenzioni, a quanto emerge, si sono concentrate inizialmente su una minore che già da diversi giorni non frequentava le lezioni e, attraverso una complessa attività investigativa, è stato possibile raccogliere elementi a suo carico.
La conferma dell'ipotesi investigativa è venuta dall'esame del Dna eseguito dal Ris di Messina che ha dato esito positivo. Quello estratto dalla placenta e quello acquisito dai campioni biologici della giovane erano perfettamente sovrapponibili, con una probabilità che i carabinieri definiscono di un milione di miliardi rispetto all'opzione contraria.
I due giovani devono rispondere dell’accusa di tentato omicidio. La minore è stata ristretta presso un istituto penale per i minorenni mentre il giovane presso la Casa Circondariale di Trapani.