Tragedia Gemini. Il racconto choc: “Il passeggero è morto subito, pilota respirava ancora”
“Mio suocero ha notato l’aereo sbandare, toccare le cime di alcuni alberi di ulivo fino a precipitare al suolo. È stato qualcosa di tremendo, che non ti aspetti”. A parlare è un giovane che si trova sul luogo della tragedia di Gemini, dove nel pomeriggio di ieri un ultraleggero è precipitato nel pomeriggio di ieri, provocando la morte di due persone: Tommaso Arbace, 73 anni, imprenditore edile di Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, che era alla guida della vettura, e Gianluca Causo, 43 anni, di Melissano. “Era erano due soci, come tutti i componenti della nostra associazione di cui sono presidente” dice Salvatore Settimo è il presidente dell’Associazione Faco Fly che gestisce l’aviosuperficie di Gemini. “Oltre che soci però, noi siamo tutti amici e condividiamo questa grande passione per il volo. Non sono in grado di esprimere giudizi perché saranno i rilievi tecnici e le indagini approfondite a dover chiarire cosa è accaduto. Probabilmente, e dico probabilmente, si è trattato di un errore umano. Questo modello di velivolo è prodotto nel Salento da un’azienda validissima ed è sottoposto ai collaudi, ai controlli e alle certificazioni previsti dalla legge” dice ancora.
Una delle ultime persone a vedere le due vittime è stato Salvatore Grasso, uno dei soci dell'associazione Faco Fly. “Era più o meno le 15,30 – racconta – hanno detto che andavano a fare un giro. Poi ci siamo sentiti per radio e mi hanno riferito che si dirigevano verso Leuca dopo essere stati a nord e che ci saremmo risentiti al rientro. Così è stato verso le 16,05 circa quando mi hanno ricontattato per avvisarmi che ritornavano per l’atterraggio”. Secondo grasso “il velivolo si è stallato ed è andato in picchiata. Presumibilmente si è trattato di un errore umano, di un errore di manovra”.
Biagio Santantonio è uno dei soci che ha rischiato in passato la vita proprio a causa di un incidente aereo oltre a salvare un suo amico pilota dalle fiamme. “Per colpa di questa virata – sostiene sempre al Quotidiano di Puglia – visto che andavano da sud verso nord per mettersi da nord verso sud in direzione della pista, hanno sbagliato qualcosa e sono andati in stallo, a quel punto l’ultraleggero è precipitato perché non aveva più la forza. Quel modello ha le ali strette e questo non consente di fare quello che si vuole”.