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Tragedia di Catania: la vita di un vigile del fuoco vale solo 3.400 euro

I vigili del fuoco italiani non sono coperti dall’assicurazione Inail per gli infortuni sul lavoro. L’Usb: “Chiediamo che il governo convochi urgentemente le parti affinché si lavori immediatamente sull’acquisizione del diritto INAIL per tutti i vigili del fuoco”.
A cura di Davide Falcioni
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I Vigili del Fuoco intervenuti ieri sera a Catania per mettere in sicurezza un edificio da una fuga di gas non avevano, come tutti i loro colleghi, la copertura Inail per gli infortuni sul lavoro. Due di loro sono morti in seguito a una violenta esplosione; altri tre, invece, sono rimasti feriti e due di questi hanno riportato ustioni gravissime in tutto il corpo. Eppure proprio i pompieri, che svolgono uno dei lavori a più alto rischio in assoluto, non sono coperti dall'Inail. A ricordarlo è stata l'Unione Sindacale di Base: "Chiediamo da tempo, troppo, di godere di questa copertura. Ma il governo – i governi – hanno altro da fare e un nostro diritto sacrosanto rimane negato, nonostante in questi momenti, in tutti i momenti della giornata di lavoro, ci darebbe quella tutela necessaria a chi come noi di mestiere salva le vite”. E ancora: "Pretendiamo la copertura Inail per rispetto verso tutti i vigili del fuoco che ogni giorno rischiano la propria vita senza chiedere mai nulla in cambio. Il telefono squilla e noi partiamo ma poi cosa succede? Come Usb chiediamo che il governo convochi urgentemente le parti affinché si lavori immediatamente sull’acquisizione del diritto INAIL per tutti i vigili del fuoco".

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Perché i vigili del fuoco non hanno la copertura Inail

Può sembrare incredibile, ma i pompieri sono sovente costretti a pagarsi autonomamente le spese mediche in caso di infortunio, salvo chiedere solo successivamente il rimborso dei costi sostenuti sulla base del riconoscimento della causa di servizio, che tuttavia interviene a distanza di tempo e con non poco ritardo. I vigili del fuoco, infatti, non hanno la copertura assicurativa che copre quasi tutte le altre categorie di lavoratori: non fanno riferimento all'Inail (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e le malattie professionali) bensì all'Ona, ovvero l'Opera Nazionale di Assistenza, ente che dovrebbe provvedere "all'assistenza materiale e culturale degli appartenenti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in servizio e in quiescenza, ai loro familiari, agli orfani". Per caratteristiche giuridiche è assimilabile a una fondazione privata e provvede – tra le altre cose – a ristorare i vigili delle spese mediche sostenute. "Siamo noi pompieri a finanziare l'Ona – spiega a Fanpage Costantino Saporito, referente del sindacato USB per i Vigili del Fuoco -. Lo facciamo rinunciando a parte del nostro stipendio. Quando prestiamo servizio nei teatri, ad esempio, percepiamo 22 euro all'ora, ma 11 vengono donati all'ente".

Il risarcimento ai pompieri feriti? Poche migliaia di euro

Dal punto di vista assicurativo l'Ona ha stipulato una polizza sanitaria con Unisalute S.p.A. (società del gruppo Unipol), polizza sottoscritta il 30 maggio del 2016 che scadrà il 30 maggio 2019 che prevede il rimborso delle spese sanitarie che devono però essere anticipate dai vigili del fuoco stessi. Nel caso degli ustionati di Catania, ad esempio, stando al Piano Salute stipulato dall'Ona il rimborso massimo annuo a disposizione è di € 17.920,00 per assicurato. Oltre questa cifra Unisalute non può impegnarsi, malgrado per i due vigili del fuoco siciliani si parli di ustioni gravissime ed estese in tutto il corpo. In caso di avvelenamenti e intossicazioni il massimale è di 19mila euro. "La copertura INAIL è un diritto negato da troppo tempo ad una categoria che non è dichiarata neanche usurante. Noi vogliamo il rispetto della nostra professionalità: la lettera di Mattarella non ci serve. Quello che ci serve è una vera tutela della nostra vita", commenta Costantino Saporito.

La vita di un vigile del fuoco vale 3.400 euro

A stupire, però, è la totale assenza di un premio assicurativo in caso di decesso. Abbiamo contattato i responsabili ONA per chiedere chiarimenti e scoperto che ai familiari di pompieri morti sul lavoro spettano appena 3.400 euro, più mille per ciascun figlio a carico. L'assicurazione Unisalute, invece, non prevede neppure un euro di risarcimento. I vigili del fuoco quotidianamente impegnati nel nostra paese sono quindi tenuti a stipulare privatamente una polizza sulla vita: né lo stato né l'ONA, infatti, l'hanno fatto.

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