Tragedia del Mottarone, la prima chiamata ai soccorsi: “È caduta una cabina. Che casino”
"Una cabina della funivia si è schiantata, ma non capiamo bene dove. Che casino, che casino". Queste sono le parole di un'operatrice del 118 nella prima drammatica telefonata tra i soccorritori e i carabinieri dopo l'incidente della funivia del Mottarone. L'audio è stato diffuso dal Corriere della Sera. La conversazione è confusa e le informazioni non sono del tutto chiare. In un primo momento vi è difficoltà a capire il luogo dell'incidente. "Una cabina è caduta, stiamo mandando alcuni mezzi via terra e un elicottero – spiega l'operatrice -. Chiamiamo anche i Vigili del Fuoco. Forse lo schianto è avvenuto in cima al Mottarone. Non si capisce bene. Hanno indicato piazzale Lido, ma non è lì". Subito dopo la volontaria chiede ai carabinieri di restare in attesa. "La cabina è caduta in mezzo al bosco, ma non sappiamo di preciso dove. Pare non sia raggiungibile via terra. All'interno c'erano almeno 6 persone. Sono sicuramente in condizioni gravissime. Appena riusciamo ad avere ulteriori informazioni vi aggiorniamo".
Confusi anche gli agenti delle forze dell'ordine, che tra loro cercano di capire cosa fare. "Stai in zona – dice uno di loro a un altro carabiniere -. Resta dalle parti di Stresa, appena ho altre informazioni ti dico. Una cabina è precipitata ma non so dove. C'è il 118 in linea, un attimo". I soccorritori accorsi sul posto troveranno corpi su un raggio di almeno 30 metri. Saranno 14 in tutto le vittime della tragedia. Sono due i sopravvissuti che saranno trasportati in ospedale: Eitan e Matteo hanno appena 5 anni e si trovavano sulla cabina numero 3 al momento della rottura della fune traente che ha causato il crollo della struttura. Matteo morirà poco dopo per le gravi ferite riportate mentre Eitan, invece, riuscirà a sopravvivere dopo un delicato intervento di chirurgia e diversi giorni di coma farmacologico. Il bimbo ha perso nella tragedia il papà, Amit Biran, la mamma Tal Peleg, il fratellino Tom e i bisnonni Itshak Cohen e Barbara Konisky Cohen. Con lui resta la zia paterna Aya che lo accompagna nel percorso ospedaliero e psicologico. Il bambino non ricordava nulla di quanto avvenuto sulla funivia del Mottarone. Soltanto ora, con l'aiuto di un team di psicologi, sta recuperando i ricordi del drammatico incidente. Il piccolo è ancora ricoverato presso l'ospedale Regina Margherita di Torino ma le sue condizioni migliorano di giorno in giorno.