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Tragedia Corinaldo, l’appello di un papà: “Cerco il buttafuori che ha salvato mio figlio”

I genitori di un diciassettenne rimasto ferito alla discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo hanno raccontato quanto accaduto al figlio, che si trovava nel locale vicino Ancona dove doveva arrivare Sfera Ebbasta per un compleanno e che, travolto dalla calca, è stato tirato per un braccio e salvato da qualcuno: “Faremo di tutto per rintracciarlo”.
A cura di Susanna Picone
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“Mio figlio è stato salvato da un angelo, probabilmente un buttafuori, che lo ha preso per un braccio e tirato fuori dalla calca nella quale era quasi affogato”. A pronunciare queste parole sono i genitori di un ragazzo di 17 anni che venerdì sera si trovava nella discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo, dove sono morte sei persone e altre decine sono rimaste ferite. Fortunatamente questo diciassettenne ha riportato solo una frattura al piede e se è salvo, secondo i suoi genitori, è grazie a qualcuno che lo ha aiutato. Per questo Samuele Fantucci e Simona Camponi – i genitori del ragazzo che era andato nel locale vicino Ancona dove in tanti aspettavano il rapper Sfera Ebbasta – hanno raccontato la loro storia all'Adnkronos nella speranza di rintracciare il buttafuori che ha aiutato il figlio. “Nostro figlio era lì per un compleanno di 18 anni – hanno spiegato – a un certo punto racconta di aver sentito al piano di sotto gente muoversi quasi fosse una mandria. Ha avvertito prurito alla gola ed è sceso dalle scale velocemente ma è caduto, è stato travolto dalla calca, aveva solo la testa fuori. Un ragazzo, lui dice un buttafuori, lo ha preso per il braccio e tirato fuori dalla folla che aveva sopra: questo ragazzo lo ha salvato”. E ora il padre promette di voler fare il possibile per rintracciare questa persona.

Il papà del 17enne: "Come un attentato" – I genitori del diciassettenne hanno parlato anche di come hanno saputo della tragedia alla discoteca Lanterna azzurra di Corinaldo. A chiamarli nella notte tra venerdì e sabato è stato proprio il figlio: “Ci ha detto che era vivo ma ferito, pensavamo a una rissa invece ci ha detto che non sapeva cosa fosse successo, forse un incendio. Quando siamo arrivati lì era l'inferno c'erano teli a terra sulle vittime”. “Siamo arrabbiati, oltre al dolore e alla sensazione che la morte ci ha sfiorato – ha aggiunto il papà del ragazzo-  non si può accettare quello che è successo. Per me è stato come un attentato. Come si fa ad entrare con dello spray senza essere perquisiti?”.

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