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Tragedia in un asilo all'Aquila, morto un bambino

Tragedia asilo L’Aquila, il papà di Tommaso: “È stata una disgrazia, quella donna non ha colpe”

“È stata una tragedia, quella donna non ha colpe, il mio Tommaso ora è in cielo”, così Patrizio d’Agostino il papà del bambino ucciso dall’auto piombata su un asilo a L’Aquila.
A cura di Chiara Ammendola
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Patrizio D'Agostino non vuole nessuna vendetta, per lui quanto accaduto mercoledì pomeriggio alla scuola per l'infanzia Primo Maggio de L'Aquila è stata una disgrazia, una fatalità: “La madre dei gemellini non c’entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna. Sarà disperata quanto noi, anche la sua vita in fondo è stata rovinata”. L'auto della donna è piombata nel giardino dell'asilo uccidendo il figlio dell'uomo, il piccolo Tommaso, e ferendo altri cinque bambini che si trovano tutt'ora ricoverati in ospedale, tre dei quali sono stati trasferiti a Roma.

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In una lunga intervista rilasciata a La Repubblica, Patrizio D’Agostino, il papà di Tommaso ripercorre i momenti successivi all'incidente e soprattutto i sentimenti che da quel momento lo hanno pervaso, e la fede che gli ha permesso di accettare la morte del figlio e soprattutto perdonare la donna, proprietaria dell'auto, indagata per omicidio stradale.

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L'uomo, che vive a poche decine di metri dall'asilo, era affacciato al balcone quando l'auto è piombata sul giardino ed è per questo che, accompagnato dalla nonna del piccolo Tommaso, si è diretto verso la struttura dove c'erano già i soccorritori: “Mi sono trovato davanti la maestra e le ho chiesto: ‘Tommaso dov’è?’. Lei mi ha risposto: ‘Sta qui non si preoccupi’. ‘Ma cosa è successo? Si può sapere?’. Qualcuno ha risposto: ‘Un brutto incidente, ma dovete lasciar passare i soccorsi’”. Quella frase ha rassicurato il signor D'Agostino che si è così diretto verso casa lasciando sul posto la madre in attesa che il figlio uscisse da scuola; è stata la donna poco dopo a chiamarlo per dirgli che Tommaso era bloccato sotto l'auto.

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“Quando sono tornato i pompieri erano riusciti a sollevare l'auto con il sistema ad aria e il mio piccolo era steso lì, con gli occhi chiusi, pallido – continua l'uomo nel suo drammatico racconto – c’erano tre dottori attorno a Tommaso, uno gli praticava il massaggio cardiaco e poi la manovra di Valsalva e poi ancora il cuore. Sono stati parecchio a provare qualsiasi cosa per mio figlio, non ho nulla da recriminare”. Purtroppo però dopo 40 minuti il piccolo è stato portato in ospedale dove poco dopo ne è stato dichiarato il decesso: Patrizio si augura che il suo bambino non abbia sofferto e che sia volta in cielo, come continua a ripetersi, perché c'era bisogno di un angelo in più.

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Patrizio avrebbe dovuto sposare la sua compagna e mamma di Tommaso, Alessia Angeloni, il prossimo 3 luglio, giorno di San Tommaso, ma hanno deciso di annullare la cerimonia, smentendo anche alcune voci circolate su un imminente matrimonio, anticipato in maniera simbolica, proprio dopo la tragedia. L'ultimo pensiero del papà va alla donna, proprietaria dell'auto, spiegando che se un giorno volesse incontrarli sia lui che sua moglie l'abbraccerebbero perché “vivrà con questo peso per tutta la sua vita: si è trattato di una disgrazia, non di una sua volontà”.

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