Tragedia a Trieste, i testimoni: “Sei colpi di pistola in strada, poi altri colpi”
È successo tutto in pochi attimi, da quello che sembrava un semplice fermo di polizia. All'esterno della Questura di Trieste si è scatenato il caos: rumore di colpi di arma da fuoco, le grida, le sirene delle forze dell'ordine e quelle delle ambulanze. Con i proiettili che schizzavano in ogni direzione e due poliziotti rimasti a terra. "Abbiamo sentito sei colpi in strada – racconta una donna – poi altri colpi". I primi sarebbero quelli esplosi mentre i due venivano portati in questura, gli altri quelli della sparatoria che si è scatenata un istante dopo, quando gli agenti hanno risposto al fuoco. E, ancora, nelle parole dei testimoni, le fasi concitate di una tragedia i cui contorni sono ancora da delineare. "Gli agenti urlavano ‘mani in alto e faccia a terra', mi sono barricata nel negozio". dice un'altra donna.
Poi, il racconto si sposta a quando uno dei due è stato bloccato, dopo i primi spari. "Ho visto un uomo a terra, aveva una pistola accanto", dice un uomo. Era uno dei due accompagnati in questura, quello fermato mentre tentava la fuga. L'altro, il fratello, era invece corso nell'edificio. "Ho visto agenti correre dentro la Questura a caccia dell'uomo", racconta un altro uomo. E, pochi minuti dopo, le ambulanze. Almeno in tre, come raccontano altre persone, che sono arrivate a sirene spiegate per soccorrere i feriti.
Ci sono ancora diversi punti oscuri, ma secondo la ricostruzione un giovane straniero, accompagnato in questura insieme al fratello perché sospettato di una rapina, avrebbe in qualche modo preso la pistola di uno dei poliziotti e avrebbe cominciato a sparare; lo stesso avrebbe fatto il fratello. Uno dei due è stato immobilizzato subito, ferito dai poliziotti, l'altro è invece si è rifugiato nel seminterrato della questura ed è stato immobilizzato dopo. A perdere la vita, due giovanissimi agenti: Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, entrambi in servizio all'Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Trieste.