Tossici di Lusso: il blitz nella Napoli bene tra medici, imprenditori e farmacisti
Si chiama "Colpo di falce" l'operazione che ha colpito tutti i quartieri della Napoli bene, da Posillipo alla zona di Chiaia. Il blitz ha interessato i professionisti più stimati, persone insospettabili eppure coinvolte in loschi giri di droga. Le intercettazioni non lasciano dubbi e dimostrano la loro dipendenza quotidiana alle sostanze stupefacenti nonché ai pusher che gliele fornivano.
Stando alle parole di Sandro Pennasilico, il procuratore aggiunto: "Colpiscono più aspetti, in queste vicende. Ma più di tutti, il fatto che proprio dalle classi sociali da cui ti aspetteresti un'alzata di testa o una volontà di riscatto viene fuori l'acquiescenza, la convivenza con le manovalanze criminali; e in questo caso, persino la dipendenza".
Un colpo secco di falce che ha reciso rami secchi appartenenti a vari ambienti della città partenopea, dimostrando che certe abitudini non sono legate obbligatoriamente all'identità lavorativa di un individuo. Parliamo di medici, ginecologi, commercialisti, imprenditori, farmacisti, portieri di stabili di lusso, nessuno esente dall'aver contattato uno dei pusher di zona e averlo pressato per ricevere la merce a domicilio. C'è chi la chiede prima di un intervento e non vede l'ora di allentare la tensione ("Dai, sto entrando a fare un cesareo. Va bene?"), chi usa il proprio luogo di lavoro come base per le consegne ( "Ah, va buono, ci vediamo là, sto andando in clinica") e chi, da brava mamma imprenditrice invita il suo fornitore "all'uscita del calcetto", dove si è recata per accompagnare il figlioletto.
La donna ha anche da ridire sulla qualità della merce, si avvale di un linguaggio in codice per occultare il senso del messaggio pericoloso ("Ma quelle borse sono tutte sfrangiate, non sono buone, la pelle è stata pessima, stavolta") e si scontra con il dissenso del suo intelocutore: "No, credetemi, non vi fissate, la qualità è buona".
Più di mille telefonate nell'arco di nove mesi dall'inizio delle intercettazioni, tutte incentrate su accordi taciti al telefono con il ginecologo Vincenzo, il commercialista Giorgio, lo skipper Mario, professionisti ormai identificati come "tossici di lusso" dalle autorità, persone inclini all'uso di cocaina e ansiose di tenerla stretta tra le mani. Persone disposte a tutto, anche a pagare con carta di credito presso un distributore di benzina, agevolate dal gestore presumibilmente complice, che pare gli vendesse "pacchetti completi" di benzina e cocaina.
Una delle frasi intercettate dal cellulare del commercialista Giorgio appare più che mai profetica: "Qui non si può parlare liberamente. Siamo tutti sotto controllo!".
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