Torture in questura a Verona, agenti negano tutte le accuse: “Body-cam ci scagionano”
Non c'è stata alcuna tortura o pestaggio, né tantomeno furti, umiliazioni o verbali falsificati. I poliziotti accusati dei presunti abusi avvenuti nei mesi scorsi nella questura di Verona hanno negato ogni accusa nel corso del nuovo giro di interrogatori che si sono tenuti davanti alla gip Livia Magri.
Sei i poliziotti sentiti lunedì 26 giugno per ore in tribunale, 2 dei quali si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Chi ha parlato, invece, ha ribaltato le accuse ed ha portato anche documentazione a sostegno della propria estraneità ai fatti imputati. Solo una parziale ammissione è stata fatta da una poliziotta, come si legge sul Corriere di Verona, e hanno riguardato presunte “esagerazioni di tipo verbale".
"Quelle frasi da me pronunciate parlando di un fermato con alcuni colleghi? Effettivamente sono state un’uscita infelice" ha dichiarato l'imputata che nello specifico avrebbe schernito un nordafricano nel corso di un fermo con battute pesanti come "questo era da buttare veramente nell’Adige… lo abbandonerei lì e gli darei quattro calci, lo lascerei steso... pieno di spray… giuro che ti spruzzo adesso… fuori un’altra nella spruzzata, magari sulle mani.. dai raga vi prego, un’altra spruzzata!".
L'accusata ha però negato di aver abusato dello spray urticante sempre in occasione di quel fermo ed ha aggiunto di non aver mai partecipato a torture o aggressioni in questura. Identica linea anche da parte di un collega, che come la poliziotta rischia uno stop dal servizio per 12 mesi. Quest'ultimo ha depositato al gip "le immagini della body-cam che provano la sua assoluta estraneità alle accuse che gli vengono contestate".
Stando ai pm, l'agente unitamente ad altri colleghi avrebbe preso a calcio un ragazzo tunisino appena fermato tunisino "dopo che era caduto a terra e mentre uno dei poliziotti urinava sull’arrestato dicendo ‘so io come svegliarlo'..." Questione sulla quale è intervenuto anche un altro poliziotto accusato, il quale ha riferito che non si trattava di pipì ma di acqua presa da una bottiglietta. Gli agenti avrebbero usato una piccola quantità di acqua per far rinvenire il fermato.