Torture in carcere a Torino, detenuto non può testimoniare perché espulso dall’Italia: 4 poliziotti assolti
Sono stati assolti anticipatamente 4 agenti della polizia penitenziaria imputati a Torino con l'accusa di tortura nei confronti dei detenuti del carcere delle Vallette. A pronunciare la sentenza è stato il tribunale durante l'udienza di stamani. Il dibattimento proseguirà invece per altri poliziotti chiamati in causa (circa 20).
I quattro poliziotti sarebbero riusciti ad ottenere l'assoluzione perché la parte lesa, un ex detenuto di origini algerine, è stato ora espulso dall'Italia e sarebbe quindi ora irreperibile. Fu ascoltato durante le indagini, ma in quel momento il provvedimento era già in atto e quindi, secondo gli avvocati, la testimonianza avrebbe dovuto essere acquisita con la formula dell'incidente probatorio.
Per questo motivo, i 4 non continueranno il processo per tortura nei confronti dei detenuti, ma altri agenti dovranno comparire davanti ai giudici per i fatti avvenuti tra il 2017 e il 2019 nel padiglione C, area destinata ai detenuti per reati di natura sessuale.
Uno dei 4 agenti ora assolti era stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari e alla sospensione del servizio. L'assistente capo della polizia penitenziaria è oggi stato assolto, insieme agli altri tre operatori per "non aver commesso il fatto". A chiedere la precisazione durante l'udienza di oggi, sono stati gli avvocati difensori dei quattro agenti coinvolti nel processo.
In particolare, il dettaglio relativo alla sospensione di servizio dell'assistente capo e all'arresto domiciliare per lui previsto dopo le accuse, è stato evidenziato dall'avvocato difensore Antonio Maria La Scala del foro di Bari, che lo ha assistito lungo tutto il processo.
Nelle prossime udienze invece dovranno comparire gli altri agenti inizialmente citati con l'accusa di tortura, poiché non assolti.