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Torturato e incatenato a un termosifone dal coinquilino: si salva lanciando un’agenda dalla finestra

La storia arriva da Bellaria Igea Marina, dove un 50enne è stato arrestato con le accuse di sequestro di persona e maltrattamento. Torturava, minacciava e insultava il coinquilino che lo aveva accolto in casa ed era arrivato a incatenarlo al termosifone. L’uomo si è salvato lanciato un messaggio dalla finestra.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Ha torturato il coinquilino che due anni fa gli aveva affittato una camera nel proprio appartamento e lo ha incatenato per due giorni a un termosifone, fino a quando non è riuscito a chiamare aiuto. Arriva da Bellaria Igea Marina una storia di violenza che ha portato all’arresto di un uomo di 50 anni, cuoco stagionale di origine barese.

La sua vittima è il 43enne che lo aveva accolto in casa. Il 50enne è stato arrestato dai carabinieri con le accuse di sequestro di persona e maltrattamento. I militari lo hanno trovato anche con della droga.

A quanto ricostruito – sono i quotidiani riminesi a riportare la vicenda – il cuoco avrebbe tenuto legato al termosifone del salotto con una catena metallica e due lucchetti alla caviglia il coinquilino che è stato poi liberato solo quando ha trovato il coraggio di gettare dalla finestra un’agenda. Su quell’agenda aveva scritto "aiuto mi ha legato chiamate i carabinieri". A trovare l'agenda è stata una cugina, che abita a fianco, e che ha chiamato i carabinieri.

Sul posto sono intervenuti i militari dell'Arma che hanno arrestato il carceriere, ieri comparso davanti al giudice per le indagini preliminari con l'avvocato Thomas Russo del Foro di Rimini. Stando a quanto ricostruito, il 50enne aveva smesso di pagare l’affitto al coinquilino, aveva preso possesso della sua camera facendo dormire il 43enne sul divano. E aveva iniziato a riempirlo di insulti e minacce e non mancavano neppure le aggressione fisiche.

In una occasione, stando a quando emerso, l'affittuario aveva preso un ferro rovente dal camino e aveva marchiato la mano dell’altro, poi lo aveva legato con i fili elettrici e bastonato mentre dormiva. E ancora, con una mazzetta da muratore l'aveva costretto a un gioco sadico, facendogli porre la mano su un marmo mentre lui tentata di colpirla.

Quindi le minacce: "Chiamo gli albanesi a farti fuori", gli diceva per impedirgli di chiedere aiuto o i soldi dell’affitto.

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