Torremaggiore, il legale di Tefta: “Taulant uccise Jessica per affermare ‘proprietà’ su moglie e figlia”
Continua la degenza in ospedale per Tefta Malaj, la donna di 39 anni ferita a coltellate dal marito Taulant nella notte tra il 6 e il 7 maggio a Torremaggiore. La donna è uscita solo per i funerali della figlia Jessica, morta a 16 anni nel tentativo di proteggerla dall'aggressione del padre. Secondo l'avvocato difensore della donna, Michele Sodrio, potrebbe essere necessaria almeno un'altra settimana prima delle dimissioni dall'ospedale. "Per allora – ha spiegato il legale a Fanpage.it – vorremmo che Tefta avesse un'abitazione a disposizione. Non vogliamo che torni a vivere nella casa della mattanza. Sarebbe impensabile, soprattutto con il figlioletto al seguito".
Proprio per lui, spiega in esclusiva l'avvocato, sarebbero intervenuti i servizi sociali. "Lo scopo non è quello di allontanare il bimbo dalla famiglia – ha precisato – ma quello di tutelarlo. In questo momento il piccolo si trova con degli zii paterni, ma vogliamo che torni con la sua mamma quanto prima. Non sarebbe giusto reintrodurlo nell'abitazione della strage, mi sembra il minimo. Abbiamo lanciato diversi appelli tramite i media e chiesto un aiuto concreto per l'affitto anche al sindaco di Torremaggiore. Stiamo vagliando diverse ipotesi".
Stava dicendo che il bimbo si trova con la famiglia paterna, non c'è il rischio che possa in qualche modo entrare in contatto con Taulant Malaj?
In questo momento lui è in carcere ma è chiaro che potrebbe entrare in contatto con lui o con ambienti a lui vicini in qualunque momento. Mi fido di quanto mi ha assicurato Tefta: lo zio che in questo momento si sta occupando del piccolo è completamente diverso da suo padre. I due non avevano neppure rapporti. Si tratta di mondi completamente diversi, questo mi rassicura, ma spero che il bimbo possa tornare a casa con la mamma quanto prima. C'è ancora tanto da fare per lui.
Cioè?
I servizi sociali che sono intervenuti per tutelarlo e fare in modo che possa entrare in una nuova abitazione insieme alla sua mamma si occuperanno anche del supporto psicologico che è assolutamente necessario. Il bimbo ha assistito alla mattanza, ma ha rimosso molte cose per salvaguardare la sua psiche.
Bisogna spiegargli cos'è successo quella notte?
Esatto. Purtroppo c'è ancora un lungo processo di rielaborazione del trauma da affrontare. Speriamo di iniziare da una casa nuova che non gli ricordi la strage alla quale ha assistito. Tefta in ospedale ha detto: "Preferisco dormire sotto un ponte, ma non tornerò in quel posto maledetto". Penso abbia tutte le ragioni per farlo.
Il bambino non ha chiesto nulla?
Gli manca la madre, chiede di lei ma poi più nulla. Al momento sto cercando di far decadere la potestà genitoriale di Taulant su di lui. Quell'uomo non deve più essere padre dal punto di vista legale e il bimbo deve poter crescere e fare la sua vita.
Tefta è convinta che il marito abbia premeditato l'omicidio, ha raccontato di coltelli acquistati giorni prima della mattanza.
Sono convinto che questo sia un femminicidio a tutti gli effetti. Jessica è morta perché quell'uomo voleva affermare una "proprietà" sulla moglie e sulla figlia. Lo dico sulla base di circostanze concrete che non posso ancora anticipare nel rispetto del segreto istruttorio.
Tefta ha detto che il delitto era stato orchestrato per evitare una denuncia per molestie nei confronti della figlia di 16 anni.
Queste dichiarazioni sono state messe anche a verbale. Nei prossimi giorni ci sarà un passaggio tecnico del PM per dare incarico a un consulente informatico per l'estrazione di copia forense dei contenuti dei cellulari del killer, di Jessica, di sua madre e del povero Massimo De Santis. Non posso dire altro a riguardo, ci sono indagini in corso. Quello che è certo è che il conferimento di un incarico simile può far ben immaginare che quanto raccontato da Tefta possa trovare riscontri negli smartphone delle vittime.