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Torna l’ora solare, domenica 25 ottobre lancette indietro di un’ora: potrebbe essere l’ultima volta

Manca poco al cambio d’ora: nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre si passerà all’ora solare, spostando le lancette dell’orologio indietro di un’ora, dalle tre alle due. Le giornate diventeranno così più corte, ci sarà più luce al mattino ma farà buio prima e si potrà anche dormire un’ora in più rispetto ai mesi estivi. Ma questa potrebbe essere l’ultima volta: nel 2021 arriverà la risposta definitiva sulla possibile abolizione del passaggio da ora solare a ora legale e viceversa.
A cura di Ida Artiaco
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Tra meno di una settimana tornerà l'ora solare: nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre, infatti, bisognerà spostare le lancette dell'orologio indietro di un'ora, dalle tre alle due, salutando per il momento l'ora legale, che invece tornerà domenica 29 marzo 2021. Col cambio d'ora, e con l'ingresso nel vivo della stagione autunnale, farà buio prima alla sera ma ci sarà più luce al mattino. Tanti, dunque, i vantaggi ma anche gli svantaggi. Tuttavia, questa potrebbe essere l'ultima volta, dal momento che è ancora in discussione la possibile abolizione del cambio d'ora.

Quando cambia l'ora: vantaggi e svantaggi

Il prossimo cambio d’ora arriverà nella notte fra sabato 24 e domenica 25 ottobre 2020, quando le lancette vanno spostate un'ora indietro, dalle 3 alle 2 di notte. L’ora solare resterà in vigore fino all'ultimo weekend del mese di marzo 2020: il prossimo cambio d'ora, col ritorno dell’ora legale, è previsto infatti la notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo 2021. Dalla prossima settimana, e per i sei mesi successivi, le giornate saranno più corte, cioè ci sarà più luce al mattino ma farà buio prima e si potrà anche dormire un'ora in più rispetto ai mesi estivi. Il cambio d'ora può avere una serie di effetti collaterali sulla salute delle persone. Secondo alcuni esperti, infatti, molti fanno fatica ad abituarsi rapidamente al passaggio da ora solare ad ora legale e viceversa, sperimentando spesso malesseri associabili a quelli del jet lag, come stanchezza, irritabilità, perdita di concentrazione e produttività sul posto di lavoro, nausea e inappetenza. Del resto abbiamo un nostro orologio biologico, legato ai cosiddetti ritmi circadiani, ed è naturale avere delle difficoltà quando avvengono cambiamenti improvvisi come quelli introdotti dal passaggio tra ora solare e legale.

Possibile abolizione del cambio d'ora: a che punto siamo

Tuttavia, questo potrebbe essere l'ultimo passaggio da ora legale ad ora solare e viceversa. Da tempo, infatti, si discute a livello europeo di una possibile abolizione del cambio d'ora. Tra luglio e agosto 2018 era stata avanzata la proposta di abolizione del cambio dell’ora, fortemente voluta dai paesi del Nord Europa, con il lancio di un sondaggio nel quale veniva chiesto ai cittadini dell'UE se volessero o meno tenersi l'ora legale. A tale quesito risposero più di 4,6 milioni di persone: l'84% chiedeva che il cambio dell'ora venisse abolito, mantenendo solo l'orario naturale e quindi l'ora solare. Il motivo della richiesta risiede nel fatto che mentre in paesi come la Spagna o l'Italia l'ora legale allunga effettivamente le giornate, al Nord, dove le giornate sono più estese, tale effetto non produce alcun beneficio. Tuttavia, nella discussione che è seguita alla Commissione Europea non si è raggiunta una decisione univoca che accontentasse tutti i Paesi membri, per cui si è pensato persino di andare nella direzione di una decisione a blocchi con i Paesi meridionali dell'Ue che avrebbero potuto tenere l’ora legale per tutto l’anno, quelli settentrionali che invece avrebbero potuto avere per 12 mesi l'ora solare. Una risposta definitiva dovrebbe però arrivare proprio il prossimo anno. Per il momento l'Italia ha detto di no all'abolizione del cambio e ha depositato una richiesta formale per mantenere il sistema tuttora in vigore, cioè sei mesi l’anno di ora legale e sei mesi l’anno di ora solare, soprattutto per i vantaggi legati al risparmio di energia elettrica. Ma ancora non è detta l'ultima parola.

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