Torna l’incubo Coronavirus nelle Rsa: nuovo focolaio a Bologna, 21 i contagi accertati
Nuovo focolaio di Coronavirus a Bologna: il cluster è stato individuato in una Rsa, dove al momento sono già 21 le persone risultate positive al nuovo virus, di cui 17 ospiti e 4 operatori sanitari, come ha specificato l'Ausl del capoluogo emiliano. Nello specifico, tra gli anziani 8 persone "hanno presentato sintomi e sono attualmente ricoverati in ospedale in reparti a bassa intensità di cura. Tra gli operatori 3 sono paucisintomatici, ed uno è asintomatico", ha sottolineato l'azienda sanitaria. Il focolaio è stato "prontamente rilevato ed isolato grazie alla collaborazione tra l'ente gestore e il dipartimento di Sanità pubblica dell'Azienda Usl di Bologna", si legge in una nota. Secondo i dati diffusi dalla Regione Emilia Romagna, nella residenza per anziani, che si trova in viale Roma, sono 15 i nuovi casi riscontrati nelle ultime 24 ore di cui 3 operatori sanitari e 12 ospiti, in maggioranza asintomatici e tutti già in isolamento.
Tutto è cominciato lo scorso 16 luglio, quando 7 ospiti della casa di riposo hanno mostrato "sintomatologia suggestiva di infezione da Covid19", poi sottoposti al tampone. Il giorno successivo, ha ricostruito l'Ausl, sono stati diagnosticati i primi 4 casi positivi all'interno della struttura: 3 di questi erano nuove infezioni, mentre 1 era già stato un caso Covid precedentemente guarito dal punto di vista clinico e virologico. Tra il 18 e il 20 luglio, poi, tutti gli ospiti e gli operatori sono stati sottoposti al tampone. In tutta la regione Emilia Romagna si sono registrati 55 infetti in più rispetto a ieri, di cui 32 persone asintomatiche individuate nell'ambito delle attività di contact tracing e screening territoriali, che portano il totale a quota 29.350.
Torna così l'incubo Coronavirus nelle Rsa, che già hanno pagato un alto prezzo in fatto di vite umane dall'inizio della pandemia: solo in Italia negli ultimi quattro mesi ci sono stati 9.154 morti nelle strutture di assistenza per gli anziani, di cui il 7,4 per cento era risultato positivo al nuovo virus, ma i decessi cosiddetti sospetti, perché non si è provveduto per tempo a eseguire i test tramite tampone per verificare la presenza del Coronavirus, sono molti di più, stando a quanto riferito da uno degli ultimi report dell'Istituto superiore di Sanità elaborato sulla base di un questionario inviato a centinaia di strutture nelle scorse settimane.