Torna a scuola la maestra sospesa per le preghiere a scuola, lacrime e abbracci: “Ora voglio giustizia”
Marisa Francescangeli torna a scuola. La maestra di San Vero Milis, in provincia di Oristano, era stata sospesa per venti giorni, dopo che aveva fatto realizzare ai suoi alunni un rosario con le perline e, soprattutto, per aver recitato con loro un’Ave Maria e un Padre Nostro, mentre faceva supplenza per una collega prima delle scorse vacanze natalizie.
L’Unione Sarda ha riferito di scene di grande commozione tra l'insegnante e i genitori al suo rientro. La 58enne sarda è stata accolta con un mazzo di fiori e tanti abbracci: "Quello che è importante è che le mamme mi stanno sostenendo – ha detto la maestra – Piangevo già prima di arrivare, non vedevo l’ora di poter riabbracciare i miei alunni, che non meritano quanto è accaduto. Sono sicura che si riprenderanno alla grande".
Sono felice per i bambini perché non meritavano quanto accaduto e sono sicura che riprenderemo alla grande" ha spiegato la maestra.
Secondo le accuse, Francescangeli avrebbe indottrinato gli alunni, con l'unzione con l'olio di Medjugorie e con video su catastrofi naturali attribuite all'ira di Dio per i peccati degli uomini. La donna ha comunque già fatto sapere che continuerà a far recitare le preghiere in classe.
Contro, alcuni colleghi che hanno più volte segnalato al dirigente la sua linea di insegnamento e anche il ministro dell'Istruzione Valditara. Con lei si sono schierati Vittorio Sgarbi e il ministro Matteo Salvini. Sul muro della scuola è comparsa la scritta ‘A pregai in crèsia', ovvero ‘A pregare in chiesa'.
Francescangeli si considera vittima di un’ingiustizia e si dice sicura che la verità in tribunale le darà ragione: "Non vedo l’ora di riprendere a lavorare – ha detto – sono qui per i miei bambini. Sono atti venti giorni difficili e di stress. È giusto adesso che si sappia la verità, deve venire fuori, ci sarà un procedimento penale. Ho tante persone che mi stanno sostenendo in questo momento".