Torino, viaggio nell’ambulatorio Bambi che cura i bambini maltrattati: “Hanno bisogno di essere ascoltati”
Il reparto è silenzioso, il corridoio che accoglie i visitatori nell'ambulatorio Bambi, fondato dalla dottoressa Negri nel 2002, è decorato con disegni Disney e colori pastello. Dentro ci sono spazi per giocare, per leggere, per colorare.
"Quello che abbiamo imparato con gli anni – spiega la dottoressa Claudia Bondone, responsabile del servizio Bambi per i minori maltrattati e abusati – è che non ci sono classi sociali che sono immuni da questo tipo di problematica. Certamente c'è una prevalenza di violenza da parte della figura maschile, ma anche i papà e le figure maschili devono essere assolutamente riconosciute come protettive, per questo l'ambulatorio è stato chiamato Bambi, perché nel film quando la madre del cerbiatto muore, è il padre che si prende cura dei cuccioli".
Il lavoro è complesso e delicato, al pronto soccorso arrivano bambini che si sono fatti male, ma che non necessariamente hanno subito abusi o maltrattamenti. Il sospetto scatta nel sanitario quando il bambino è stato portato molto in ritardo al pronto soccorso o quando il racconto dei genitori è confuso, impreciso.
"In questi casi si attiva questo ambulatorio specialistico per la gestione del trattamento dei minori – prosegue la dottoressa Bondone – che è attivo presso il nostro Ospedale presso la Pediatria d'Urgenza dal 2002. Si chiama Ambulatorio Bambi".
"I bambini arrivano spaventati e il pediatra è quello che cura il bambino. Un bimbo che ha subito delle lesioni ha bisogno anche di sapere che starà meglio, che guarirà e di essere visitato rispettando i suoi tempi. O dal pediatra e l'infermiera, lo psicologo, di essere anche ascoltato quando e come ha voglia, di dirci o non dirci quello che è successo".
Quando c'è un fondato sospetto che il bambino subisca dei maltrattamenti o degli abusi allora scatta la segnalazione all'autorità giudiziaria, che comincia le indagini sulla notizia di reato.
"In generale tutti i medici nell'esercizio delle loro funzioni – racconta la dottoressa Bondone – se hanno un'idea che possano essere a conoscenza di un possibile reato o in questo caso per quanto riguarda il minore di una situazione in cui non ci sia tutela, ha comunque l'obbligo di segnalare. Non siamo noi a fare indagini".
"Quando un bambino viene maltrattato può diventare un adulto a sua volta maltrattante. Quindi interrompere questo circolo vizioso è importantissimo".