Torino, tenta di far saltare in aria la casa dell’amministratore condominiale con il gas, arrestato
Aiutandosi con una pinza ha aperto il contatore del gas, chiudendo poi ogni finestra e allontanandosi nella speranza che il palazzo – situato a Borgo Dora, Torino – esplodesse: per questo un sarto di 57 anni del capoluogo piemontese con un passato negli atelier di Armani e di Gucci, è stato arrestato dai carabinieri al termine di un'indagine alla quale hanno partecipato anche i Vigili del Fuoco. Ieri la giudice Giovanna Di Maria ha convalidato il fermo per il reato di strage perché, secondo l’accusa, "voleva uccidere". A dimostrarlo anche una frase, sussurrata ai poliziotti che lo hanno rintracciato. Loro gli hanno detto che avrebbe potuto fare del male a persone innocenti e lui ha risposto: "Tanto tutti dobbiamo morire".
I fatti sono avvenuti lunedì scorso a poca distanza dalla Scuola Holden: erano le 8.30 quando i vicini di casa del 57enne hanno iniziato a sentire un forte odore di gas. Qualcuno si è sentito male, altri hanno dato l'allarme ai pompieri che hanno rilevato una presenza del 14% di gas metano all’interno dell’appartamento al primo piano. Per questo hanno prima fatto evacuare gli abitanti di piazza Borgo Dora 42, poi quelli dei civici 38 e 40. Quindi sono entrati nell'appartamento e hanno trovato una stufa elettrica accesa, il frigo aperto e l’allaccio del gas svitato, con il metano che ormai aveva saturato le stanze: "C’erano le condizioni ideali per generare un’esplosione dagli effetti potenzialmente letali", riporta la consulenza del chimico Fabrizio Seganti, chiamato dalla pm Gambardella per analizzare il pericolo corso dai residenti.
A quel punto sono scattate le ricerche del responsabile. Gli agenti delle volanti lo hanno trovato a quasi 3 chilometri di distanza, in un prato a due passi dal Palazzo di Giustizia: "L’amministratore e il capo scala sono dei farabutti – ha urlato agli agenti – Ho deciso di farmi giustizia da solo con il gas". Insieme a sé aveva un'ascia, una tronchesina e la pinza a pappagallo impiegata per aprire la valvola. Ieri, all’udienza di convalida del fermo, il sarto è stato assistito dall’avvocato Tiziana Porcu: "Ero in preda alla rabbia, è stato un gesto istintivo – ha spiegato a giudice e pm – Volevo farmi giustizia da solo contro l’amministratore e il capo scala. Ma non volevo uccidere i miei vicini, pensavo che fossero tutti al lavoro a quell’ora".